Elena Guerra e i doni dello Spirito

L’urgenza del tempo

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19 maggio 2021

«Da tanti anni desidero ardentemente che i fedeli si riuniscano unanimi per ritornare allo Spirito Santo e per realizzare con la preghiera incessante un rinnovamento benefico della faccia della Terra». Sono parole di Elena Guerra (1835-1914), scritte a Leone xiii in una delle sue tante lettere. Beatificata come Apostola dello Spirito Santo da Giovanni xxiii , è rimasta tuttavia ancora in ombra.

Bisogna riconoscere che il movimento pentecostale, diffusosi inizialmente in comunità protestanti nordamericane, divenuto poi Rinnovamento carismatico e dal 1967 riconosciuto dalla Chiesa cattolica, ha avuto senza dubbio il grande merito di porre al centro della preghiera cristiana lo Spirito Santo. Ma è giunta l’ora in cui la Chiesa tutta è chiamata a incoraggiare un generale processo di conversione portando al centro dell’attenzione dei fedeli lo Spirito Santo. Non si può più aspettare. L’urgenza del tempo lo impone. Il cambiamento è in atto e dipende dalle coscienze far sì che prenda il giusto orientamento, che susciti quella trasformazione necessaria a promuovere azioni creatrici per il bene di tutti, per la salvaguardia della casa comune che è la nostra Terra. Papa Francesco da anni, con la Laudato si’, con il Sinodo dell’Amazzonia, promuove il sostegno di un’economia sostenibile, di un’ecologia umana integrale, e ora custodisce il sogno di un nuovo mondo dopo la pandemia. Nel suo video messaggio al Vertice internazionale sul clima però ha affermato: «Da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o peggiori». La crisi che stiamo attraversando diviene dunque l’occasione propizia per spostare muri e barriere, ma solo l’azione dello Spirito Santo può scardinare paure e chiusure, infondere il coraggio dell’amore che renda possibile il cambiamento auspicato. Proprio attraverso drammatiche avversità a volte si aprono quelle feritoie da cui lo Spirito Santo penetra e opera. La conversione viene dal basso, attraverso prove, inquietudini, intuizioni, ispirazioni. Negli ultimi decenni, in tanti, fra cui molti cattolici, avvertono il richiamo al silenzio, all’interiorità, alla preghiera contemplativa e, pur non trovando adeguati riferimenti negli ambiti tradizionali e rimanendo ai margini, stanno assumendo corpo e divenendo un significativo segno del rinnovamento spirituale in atto. Ma viene anche dall’alto. La profonda passione attraverso cui il Papa si fa carico delle contraddizioni del mondo, smascherando abusi e ingiustizie, portando alla ribalta il coraggioso sguardo della verità, ne è la più chiara testimonianza.

Questo contemplare, assumere, patire, da cui soltanto può scaturire l’azione creatrice, permette al volto della misericordia di emergere, lacerando le rigide griglie del legalismo che ancora dominano la Chiesa. È il volto della tenerezza, della divina maternità, dell’aspetto femminile di Dio che è lo Spirito Santo, ad apparire all’orizzonte. E lo Spirito Santo è amore in atto, amore nel suo atto di amare. Come ripete con forza Elena Guerra, Gesù risvegliò gli apostoli all’amore quando «mandò a essi lo Spirito Santo, cioè l’Amore sostanziale e personale di Dio stesso».

E rivolge a Gesù un’appassionata invocazione particolarmente attuale: «Eccoti il cuore nostro, purificalo, santificalo, accendilo di quel fuoco divino, e fa’ che non vi si estingua mai più. Sia in noi sempre vivo e operoso il suo ardore, e ora che il mondo si è tanto raffreddato nell’amor tuo ed è dominato da uno spirito contrario allo Spirito Santo, ora fai che si levino coraggiosi i veri fedeli (…) affinché il tuo Santo Spirito torni a illuminare tutte le menti, a infiammare tutti i cuori e a regnare in tutte le volontà».

Il sogno di un cambiamento che rinnovi la faccia della Terra può realizzarsi solo per opera dello Spirito Santo più esso accende i cuori, più suscita i suoi doni. È in atto una forte convergenza fra alto e basso che fa presagire non solo un concreto ribaltamento dell’immagine della piramide, come da tempo annunziato e auspicato, ma il consolidarsi di quella centratura in Cristo, che più radica, più apre e spalanca. Il messaggio della Chiesa in uscita dato da Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato, allude proprio a questo. Più c’è intima comunione con Cristo, più può esserci espansione verso tutte le periferie materiali, morali, spirituali del mondo. Il cambiamento nella Chiesa in questo nostro tempo è suscitato contemporaneamente dal basso e dall’alto. Da una sola e medesima ispirazione che viene dallo Spirito Santo in tutti coloro che si mettono in ascolto. Serve la sosta silenziosa che si affida. La resa di chi non chiede più niente, ma si lascia trovare.

Non sono le rigide strutture a promuovere l’unità della Chiesa e la sua azione missionaria, ma la centratura in Cristo che permette di assumere il suo Santo Spirito, il suo amore vivo e vivificante, di agire la sua azione salvifica. È solo la profonda comunione con Cristo e con il suo Santo Spirito, che è amore in atto, a rendere possibile il comandamento evangelico dell’amore. L’amore non si ottiene con la buona volontà, è un’esperienza viva così intima e misteriosa che si può conoscere solo lasciandoci amare. E ci lasciamo amare se sostiamo nell’interiorità, dove la presenza di Cristo è sempre viva e vivificata dalla fiamma del suo Spirito. Lo riceviamo con il battesimo, lo confermiamo con la cresima, lo manteniamo acceso partecipando all’eucaristia, ma i sacramenti restano vivi e fruttificano attraverso la preghiera interiore, l’intima comunione con Cristo che abita il cuore. L’apparato liturgico e sacramentale è il mezzo che permette allo Spirito Santo di veicolare al fine però di potere essere incarnato. L’efficacia dei sacramenti consiste nell’incarnazione dell’amore, nel fatto che i credenti diventino essi stessi sacramento, canali vivi dell’amore ricevuto e donato attraverso l’incessante ripetersi di una consegna. Solo così il Regno si rende visibile all’interno delle città terrene. Gesù dona a Pietro le chiavi del Regno. La Chiesa è la chiave che dà l’accesso, ma il Regno è trasversale fra cielo e terra e si manifesta solo dove sia testimoniato l’amore. È pertanto particolarmente attuale l’immagine della Chiesa come Cenacolo universale offerta da Elena Guerra: «Inaugurare concretamente nella Chiesa la vera casa dell’adorazione, un cenacolo universale mondiale. In questo modo i fedeli (...) potranno supplicare e chiedere allo Spirito Santo, attraverso un incessante vieni, l’anelato rinnovamento della faccia della Terra».

Visione profetica che rinvia a una continua e sempre attuale Pentecoste. Come Maria e gli apostoli dopo l’effusione dello Spirito Santo, escono dal cenacolo per andare verso le genti, così i credenti radicati in Cristo e nel suo Spirito, possono aprirsi universalmente al mondo per effondere il fuoco dell’amore, per far conoscere il volto incarnato di una carità ardente.

di Antonella Lumini