Santo sociale e fondatore dei giuseppini

Leonardo Murialdo, straordinario nell’ordinario

 Leonardo Murialdo, straordinario nell’ordinario  QUO-110
18 maggio 2021

«L’amicizia è l’eco del divino sulla terra, è la testimonianza più sicura della presenza di Dio e della sua grazia nella vita dell’uomo», scriveva san Leonardo Murialdo (1828-1900). L’odierna memoria liturgica è l’occasione per riscoprire l’opera editoriale dedicata al fondatore della congregazione di San Giuseppe. L’ha curata il sacerdote giuseppino Giovenale Dotta, professore di Storia della Chiesa presso l’Istituto teologico San Pietro di Viterbo. Si tratta di una biografia in tre volumi del presbitero torinese, pubblicata negli anni dalla Libreria Editrice Vaticana.

Il primo, dal titolo Leonardo Murialdo - Infanzia, giovinezza e primi ministeri sacerdotali (1828-1866), delinea il periodo iniziale e quello giovanile della vita del Murialdo: la fanciullezza, gli studi, il servizio presbiterale nei primi oratori di Torino, fino all’anno trascorso a Parigi nel 1865-1866.

Il secondo, intitolato Leonardo Murialdo - L’apostolato educativo e sociale (1866-1900), presenta l’attività del santo in mezzo ai giovani poveri e abbandonati del Collegio Artigianelli e di altre istituzioni, il suo impegno nel mondo operaio, la partecipazione all’associazionismo cattolico, l’apostolato per una stampa di indirizzo cristiano. Attività che lo hanno reso meritatamente famoso tra i “santi sociali” dell’Ottocento. Contemporaneamente, questo secondo volume è una storia del Collegio Artigianelli e delle istituzioni che ne dipendevano, dalla fondazione ad opera di don Cocchi nel 1849 all’espansione attraverso la colonia agricola, il riformatorio, la casa famiglia.

Il terzo volume, dal titolo Leonardo Murialdo - Fondazione e sviluppo della Congregazione (1866-1900) , si concentra sull’attività del sacerdote come fondatore e guida della sua opera e sulla sua azione nell’aprire le varie case della nuova famiglia religiosa. Nel libro è indicata una data cruciale, quella della sua malattia dei primi mesi del 1885, che lo costrinse a ridimensionare molte sue attività. Nel contempo si cerca di offrire una sintesi della sua personalità, il suo vissuto spirituale, la sua prassi educativa e, dopo la morte, il riconoscimento della santità, fino alla beatificazione, il 3 novembre 1963, da parte di Paolo vi , e alla canonizzazione, il 3 maggio 1970, sempre a opera di Papa Montini.

In questa opera, Giovenale Dotta pare offrire una definizione di san Leonardo quando scrive di «quel suo tipico modo di essere e di operare che non aveva nulla di eclatante, ma che i contemporanei e la storia successiva hanno non a torto definito “straordinario nell’ordinario”».

di Eugenio Russomanno