Oltre duecento morti. Distrutto anche l’unico centro anti-covid della Striscia

Gaza ancora sotto le bombe
Popolazione allo stremo

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18 maggio 2021

Sono ore disperate quelle che stanno vivendo gli abitanti della Striscia di Gaza dopo l’ennesima notte di bombardamenti. È salito a 212 il numero delle vittime palestinesi nei raid israeliani. Tra i morti si contano anche 61 bambini e 36 donne. Dieci le vittime in Israele.

La situazione è drammatica. Dopo il bombardamento israeliano che ha parzialmente distrutto la clinica al-Rimal, nel centro della Striscia di Gaza, l’unico laboratorio covid-19 del territorio palestinese non è più in grado di condurre i test di screening. Lo ha comunicato ieri con un tweet l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Le autorità della Striscia sottolineano in particolare come i raid stanno minando gli sforzi per far fronte alla pandemia; la campagna di vaccinazione è al momento completamente bloccata.

La Caritas Internationalis ha lanciato un appello per assicurare assistenza medica alla popolazione della Striscia. «Le persone a Gaza sono intrappolate in questa striscia di terra densamente popolata in balìa dei bombardamenti e senza possibilità di fuggire» si legge in un comunicato.

L’Egitto ha annunciato ieri di aver inviato un «grande carico di aiuti» nella Striscia. Il World food programme (Wfp) ha iniziato oggi a fornire assistenza d’emergenza a oltre 51.000 persone nel nord di Gaza «in risposta all’aumento dei bisogni umanitari tra le famiglie colpite dalla recente escalation del conflitto nell’impoverita Striscia» si legge in un comunicato. «Per le persone che hanno perso la casa o che l’hanno abbandonata — ha spiegato Samer Abdeljaber, rappresentante e direttore Wfp nella regione — uno dei bisogni più urgenti al momento è il cibo. Il modo più rapido e più efficace per fornire sostegno è sotto forma di contante, con voucher elettronici. Il cibo è disponibile, per il momento, e molti negozi sono ancora aperti, inclusi quelli che hanno già con noi accordi per il nostro sostegno regolare con voucher elettronici». Tuttavia, «la chiusura dei passaggi per Gaza potrebbe presto causare una penuria di beni, incluso il cibo — prosegue il comunicato — e far aumentare i prezzi alimentari».

Drammatica anche la testimonianza dell’ong Medici senza Frontiere (Msf) da anni attiva a Gaza. Una delle strutture gestite da Msf è stata colpita dalle bombe israeliane pochi giorni fa. «La situazione è orribile da una settimana — ha dichiarato Mohammed Abu Mughaiseeb, vicecoordinatore medico di Msf a Gaza — il numero di vittime civili aumenta ogni giorno. Quando ho visto i danni nell’area e alla clinica di Msf la mattina dopo l’attacco, sono rimasto senza parole. Ogni cosa è stata colpita: case, strade, alberi. Nella clinica, dove vediamo oltre 1.000 bambini all’anno con ustioni e ferite da trauma, mancava un muro e i detriti erano ovunque». La clinica ora «è chiusa non solo per i danni subiti, ma anche perché la strada per accedervi è stata totalmente distrutta e la zona è ancora pericolosa». Gli attacchi aerei israeliani — prosegue il comunicato — «hanno danneggiato molte strade che portano agli ospedali, per cui l’accesso all’assistenza sanitaria per le persone con ferite gravi è fortemente limitato. Inoltre, molti operatori sanitari sono preoccupati per la loro sicurezza durante il tragitto verso il lavoro e le forniture mediche si stanno esaurendo».

Intanto, la direzione dell’Associated press (Ap) ha chiesto un’indagine indipendente sull'attacco aereo israeliano che ha distrutto l’edificio di Gaza City che ospitava l’Ap, l'emittente Al-Jazeera e altri media, con la motivazione che «il pubblico merita di conoscere i fatti». Ne dà notizia la stessa Ap. Anche Reporter senza frontiere, separatamente, ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sul bombardamento.

Sul piano strettamente militare, da segnalare che, secondo l’esercito israeliano, «Hamas ha lanciato 200 razzi da Gaza verso Israele per un totale di oltre 3100 razzi dallo scorso lunedì. Uno dei razzi ha colpito un edificio residenziale ad Ashdod, provocando diversi feriti». Nelle ultime ore i raid hanno interessato l’intera Striscia. Secondo fonti militari, sarebbe stato colpito il principale Centro operativo di Hamas nella Striscia, che si trova nel quartiere residenziale di Rimal a Gaza City. Inoltre, secondo le stesse fonti, sarebbero stati colpiti e uccisi almeno 150 membri operativi di Hamas e della Jihad islamica, tra i quali anche importanti dirigenti.