Welby sui cristiani operatori di pace

Nessuna divisione
è insormontabile

 Nessuna divisione è insormontabile  QUO-108
15 maggio 2021

«Quando sono giunto al memoriale, avrei desiderato davvero trovarmi altrove, perché provavo vergogna e orrore: in quel contesto, mentre tutti mi guardavano, ero un anziano britannico, simbolo di quella storia, e quindi l’unica cosa da fare era cadere per terra, prostrarmi davanti al monumento, come simbolo di tristezza e dolore, in ricordo delle centinaia di morti»: è rievocando uno tra gli episodi più difficili della propria vita — la visita al sito del massacro di Amritsar del 1919, durante il quale le truppe dell’Impero britannico aprirono il fuoco sulla folla che assisteva a un comizio in un’angusta piazzetta della città indiana, causando 379 morti — che l’arcivescovo di Canterbury ha spiegato la sua decisione di girare una nuova serie di video che approfondisce «come i cristiani possono superare le divisioni in un mondo complesso e ferito». Nei cinque filmati, Justin Welby propone tre atteggiamenti basati sulla vita e il ministero di Gesù, che riflettono la Sua chiamata a diventare operatori di pace: essere curiosi, essere presenti, reinventare. Atteggiamenti, questi, che sono tra l’altro insegnati nel corso ideato di recente dalla Commissione riconciliazione della diocesi, intitolato «Differenza - Il potere della fede in un mondo in conflitto». Le riprese sono state realizzate a Lambeth Palace, nel mese di ottobre 2020.

«Quando guardiamo intorno al nostro mondo oggi, può sembrare che la riconciliazione sia una proposta lontana dalla realtà — ha commentato il presule anglicano — ma è proprio quando i conflitti e le divisioni si sentono insormontabili che la Chiesa è chiamata ad essere una presenza pacificatrice». «Ciò non significa che la riconciliazione e la costruzione della pace siano facili, né che vengano ottenute rapidamente», precisa Welby, definendo la riconciliazione «un viaggio lungo e roccioso» la cui destinazione è difficile da raggiungere per molti di noi «in questa vita». «Ma è un ministero che Gesù ci dà — prosegue — e per questo motivo è una parte indispensabile del discepolato cristiano. Imparando e adottando le abitudini che vediamo nella vita e nel ministero di Gesù, anche noi a volte possiamo intravedere ciò che Cristo intendeva quando disse “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”».

Il corso «Differenza - Il potere della fede in un mondo in conflitto» elaborato dalla diocesi di Canterbury propone, quindi, cinque sessioni destinate ad accompagnare il cristiano sul cammino dell’incontro, della pace e della trasformazione della società per il bene, su altrettanti temi: la chiamata di Dio, il superamento delle divisioni, il dibattito rispettoso, il perdono e la speranza.

Questo corso è progettato per gruppi di fedeli grandi o piccoli, nuovi o ben consolidati. Durate ogni sessione, di una durata di un’ora e mezzo circa, i partecipanti possono leggere passi della Bibbia dove Gesù risolve dispute e divisioni, guardare filmati che raccontano esperienze di cristiani che vivono in zone di conflitto, pregare e riflettere insieme. Un mese dopo la sessione finale e, se possibile, successivamente, i partecipanti sono invitati a condividere le proprie esperienze e approfondire i loro impegni condivisi.

di Charles de Pechpeyrou