Gli spari, la paura,

L’articolo del direttore editoriale, che pubblichiamo di seguito, presenta sul portale Vatican News un documentario, poco noto, nel quale le immagini dell’attentato a Giovanni Paolo II sono commentate dallo scrittore André Frossard. Il video fa parte di una ricca documentazione multimediale, comprendente anche la radiocronaca in diretta fatta quarant’anni fa da Benedetto Nardacci per la Radio Vaticana, che il sito dedica al ricordo di quel pomeriggio in piazza San Pietro.
Le immagini inquietano ancora oggi, a quarant’anni di distanza. L’uomo vestito di bianco, sessantenne ancora nel pieno del vigore fisico, solleva e stringe a sé una bambina dai riccioli biondi che i genitori gli consegnano perché la benedica. Subito dopo gli spari, l’incredulità, il Papa che si accascia tra le braccia del suo segretario, la camionetta bianca che corre all’impazzata dentro al Vaticano. Poi la corsa sul filo dei minuti al Policlinico Gemelli, la preghiera dei fedeli attoniti in tutto il mondo, la speranza che si riaccende dopo un lungo e complicato intervento chirurgico.
Ma le immagini più potenti del documentario realizzato quattro anni dopo quell’evento sono quelle in cui viene inquadrata la finestra dello studio papale vuota e la voce del Pontefice è trasmessa via radio ai fedeli sulla Piazza. Papa Wojtyła non ha mai mancato un appuntamento domenicale e non lo fece neanche quel 17 maggio 1981, per il primo Regina Caeli dopo l’attentato, quando con voce flebile registrata dal letto d’ospedale, disse: «Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato. Unito a Cristo, Sacerdote e Vittima, offro le mie sofferenze per la Chiesa e per il mondo».
Le prime parole del Papa ferito quasi a morte furono parole di perdono per il suo attentatore. E questo messaggio arrivò dritto al cuore del mondo intero con una forza ancora maggiore il 27 dicembre 1983, quando Giovanni Paolo
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