Il mondo islamico celebra Id al-Fitr

Festa dopo l’astinenza

 Festa dopo l’astinenza  QUO-105
11 maggio 2021

L’imam Ahmad an-Nasa’i , nella raccolta di hadith Sunan an-Nasa’i, fra le più autorevoli collezioni canoniche di racconti della Sunna, colloca le origini di Id al-Fitr — la festa per l’interruzione del digiuno al termine del mese di Ramadan — dopo l’arrivo di Maometto nella città-oasi di Yathrib, poi rinominata Medina. Dopo, dunque, il settembre del 622, quando si concluse l’Egira, l’esodo del profeta e dei suoi primi seguaci dalla natia Mecca. Si narra che in quel tempo, a Medina, il popolo della Jahiliyyah (cioè dell’ignoranza perché non conosceva ancora i veri precetti dell’islam) avesse due giorni all’anno di grandi festeggiamenti. Anas bin Malik, messaggero di Maometto, spiega che il profeta disse: «Hai avuto due giorni in cui avresti suonato. Ma Allah ha dato invece ai musulmani qualcosa di meglio: īd al-fitr e īd al-adha», la festa del sacrificio che si svolge durante l’Hajj. Il primo Id al-Fitr sarebbe stato celebrato nel 624 in seguito alla vittoria di Maometto, a capo di emigrati e ausiliari, nella battaglia di Badr contro i Quraysh meccani.

Fin qui la storia o, meglio, la tradizione. Resta il fatto che Id al-Fitr, che quest’anno si celebra il 13 maggio, è senza dubbio una delle cerimonie più importanti e significative per i musulmani. Giunge quando le autorità religiose islamiche comunicano di aver scorto, a occhio nudo, la prima falce di luna nuova che segna la fine del Ramadan e l’inizio di un nuovo mese, Shawwal, decimo del calendario. La festa dura in genere tre giorni durante i quali si indossano vestiti nuovi, si mangiano piatti speciali, si incontrano amici e parenti, ci si scambiano doni, si fanno offerte per i poveri. Ma, prima, c’è la preghiera di ringraziamento comunitaria, salat al-Id, da recitare in moschea oppure in un campo aperto o in una grande sala. Solo dopo si interrompe il digiuno mangiando simbolicamente un dattero, così come è stato tramandato. La frase comunemente usata dai musulmani come saluto e augurio in questo giorno è Id Mubarak, “buona festa”. L’espressione viene utilizzata sia per Id al-Fitr sia per Id al-Adha, giornate nelle quali i musulmani rendono grazia ad Allah in modo speciale. Strettamente legato a Id al-Fitr è invece zakat al-Fitr, la beneficenza per i poveri (quest’anno indicata nell’equivalente di circa 6-7 euro ciascuno) che tutti i musulmani sufficientemente benestanti devono fare prima della preghiera dell’Id. Zakat significa “purezza”, “purificazione”: non è carità ma un dovere religioso; versando il tributo alla comunità il fedele riconosce che quel bene (come il tutto) è di Allah e serve per aiutare coloro che hanno bisogno.

di Giovanni Zavatta