PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
Insieme per la conversione ecologica

Piccoli e grandi
allo stesso tempo

 Piccoli e grandi allo stesso tempo  QUO-104
10 maggio 2021

«Saremo più resilienti se lavoreremo insieme». Con questo invito all'unità pronunciato nel suo nativo spagnolo, lo scorso 22 aprile Papa Francesco ha lanciato un messaggio planetario di speranza per una delle Giornate della Terra più significative degli ultimi cinquant'anni. Il Summit sul clima voluto dal nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha segnato quel giorno con un significativo cambio di passo nella politica globale sull'ambiente. Fuori dalle liturgie istituzionali che hanno caratterizzato le venticinque conferenze Onu degli ultimi trent'anni, i principali protagonisti dello scacchiere politico internazionale si sono seduti sull'inedita tavola rotonda della realpolik climatica, con gli occhi del mondo puntati addosso e le drammatiche evidenze socio-economiche della crisi ambientale a stressarne il fiato. Pragmatismo americano!

Certo viene da chiedersi che mondo sia mai il nostro se il cipiglio di un singolo uomo può arrivare dove l'impegno trentennale di 193 Paesi non erano ancora riusciti. Sta di fatto che questo nuovo “clima” internazionale lancia un assist straordinario all'Italia, chiamata a guidare un 2021 ricco di importanti passaggi politici sul tema. A dicembre il Bel Paese ha assunto infatti la presidenza del g 20 che prevede incontri potenzialmente decisivi su clima, ambiente ed energia nelle date del 22 e 23 luglio a Napoli. Un organismo nato per prendere decisioni veloci con la rappresentanza dell'80% del Pil mondiale, il g 20, che sembrerebbe il punto di atterraggio ideale per le promesse fatte a Washington il mese scorso. Ma l'Italia è anche al fianco della Scozia nella gestione della Cop26 di Glasgow. Ventiseiesimo incontro delle Nazioni Unite volto a definire accordi condivisi e vincolanti per un'azione sempre concreta contro il riscaldamento globale. Qui il governo italiano si è distinto per aver introdotto per la prima volta il coinvolgimento ufficiale delle nuove generazioni, con l'iniziativa di una Cop-Giovani che si terrà a Milano dal 28 al 30 settembre, con la quale l'Onu restituisce la dovuta centralità al dialogo tra le generazioni in materia di ambiente.

Sullo sfondo di questi eventi a guida italiana, non si può fare a meno di scorgere la figura rassicurante e paterna di Papa Francesco da sempre attento ad accompagnare questi delicati passaggi dell'umanità. È alla luce del suo sguardo profetico — fedelmente trascritto nell'enciclica Laudato si’ — che nel 2015 a Parigi si raggiunse il primo storico Accordo sul Clima. Ed è grazie al suo infaticabile appello alla coscienza di ogni uomo che la questione climatica è potuta uscire dalla ristretta cerchia di pochi ambientalisti per diventare priorità assoluta dei decisori politici. Ma la capacità del Papa di richiamare il cuore di ogni uomo alla custodia del Creato, prima ancora che la chiave di lettura del suo straordinario pontificato è la chiave di apertura per quella Ecologia integrale che il mondo è chiamato a realizzare con sempre più affannosa urgenza. Con il suo costante invito alla conversione ecologica il Sommo Pontefice offre cioè al mondo la giusta prospettiva per umanizzare e rendere possibile quella transizione ecologica di cui tutti ormai avvertono la necessità, ma che mai potrà avvenire senza l’intima complicità di ogni cittadino responsabile.

«Da una crisi non si esce mai uguali, usciamo migliori o peggiori. Questa è la sfida, e se non usciamo migliori percorriamo un cammino di autodistruzione. Mi unisco a voi nell'appello a tutti i leader del mondo affinché agiscano con coraggio, operino con giustizia e dicano sempre la verità alle persone, perché la gente sappia come proteggersi dalla distruzione del pianeta…». Parole che parlano direttamente al cuore degli uomini perché è solo lì che la conversione può avvenire e trasformare l’attuale crisi in una spinta al migliore dei cambiamenti. Non a caso in Italia questo importante 22 aprile è stato celebrato con una maratona televisiva sulla Rai che Earth Day Italia e Movimento dei Focolari hanno voluto definire una staffetta di voci e di cuori. E non a caso che sotto la guida del direttore artistico Tiziana Tuccillo, vi hanno preso parte numerosi artisti capaci di parlare la preziosa lingua delle emozioni per andare dritti al cuore delle persone. Tra questi Maria Cristina Finucci — che con le sue istallazioni denuncia lo scandalo delle isole di plastica che nei nostri oceani occupano oltre 16 milioni di chilometri quadrati — e la scultrice britannica Emily Young, che ha depositato in fondo al mare alcune delle sue immense statue per contrastare la pesca a strascico in difesa degli ecosistemi costieri. Toccanti poi le letture a tema fatte da musicisti di grande sensibilità come Roberto Vecchioni — che ha creato atmosfere profonde con il racconto La nuvola di smog di Italo Calvino — e come Malika Ayane, che si è visibilmente commossa leggendo la lettera ai cittadini europei, dove i sentimenti espressi dal compianto maestro Ezio Bosso sembravano voler suonare un’eco armonica sull'appello alla fratellanza lanciato dal Papa: «L’unione, come in amore e in musica, ha bisogno di essere determinata costantemente, con ogni pensiero e con ogni parola. Soprattutto con ogni gesto… cambiando insieme. Diventando piccoli e grandi allo stesso tempo».

di Pierluigi Sassi