Covid: India al collasso

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07 maggio 2021

La grave situazione pandemica dell’India sta peggiorando. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha riferito che il Paese ha registrato, durante la settimana trascorsa, la metà dei casi di coronavirus e un quarto delle morti provocate dal Covid-19 di tutto il mondo. Il primo ministro Narendra Modi è stato accusato di non aver agito precocemente dopo che una serie di grandi eventi, che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone, hanno favorito la diffusione del contagio. La seconda ondata dei contagi potrebbe, inoltre, non essere l’ultima. Un consigliere scientifico del governo ha infatti reso noto che nuove ondate pandemiche saranno inevitabili in futuro.

L’aumento di casi di coronavirus in India sta provocando il collasso del sistema sanitario. Alcuni pazienti muoiono nelle sale d’attesa o fuori dalle cliniche sovraffollate prima ancora di essere riusciti a farsi visitare da un medico. Ci sono carenze di letti, ossigeno, personale sanitario e solamente pochi pazienti riescono a farsi ammettere in ospedale. Anche nelle strutture sanitarie, però, la situazione è pessima e c’è il concreto rischio di morire per assenza di cure mediche.

La tragicità della situazione ha portato al paradosso che i parenti dei ricoverati, preoccupati dall’assenza di cure mediche, ne chiedono la dimissione. Il governo, supportato da alcune nazioni straniere, sta cercando di distribuire le scorte di ossigeno in tutto il Paese sfruttando la rete ferroviaria. Un esponente dell’esecutivo ha dichiarato che non c’è necessità di cedere al panico.

La campagna vaccinale è afflitta da alcune problematiche. In teoria chiunque può ricevere un vaccino ma quest’ultimo deve essere pagato dall’individuo che lo riceve oppure dalla regione di residenza. Il risultato è che alcuni governi regionali sono in grado di coprire le spese ed i cittadini più ricchi possono farsi immunizzare, mentre il resto della popolazione è lasciato allo sbando. L’esecutivo dovrà impegnarsi a rendere la vaccinazione gratuita per tutti ed a dedicare sufficienti risorse umane ed amministrative per far sì che questo principio teorico possa trasformarsi in qualcosa di più concreto. Uno sforzo di questo genere potrebbe contribuire, senza dubbio, a rassicurare la nazione.

La crisi in corso appare in netto contrasto con quanto accaduto durante la prima ondata della pandemia. In quell’occasione il governo di Narendra Modi aveva imposto un lockdown molto severo vietando, a partire dal marzo 2020, tutti gli spostamenti interni ed internazionali e chiudendo fabbriche, scuole, uffici e tutti i negozi non essenziali. Il numero di casi aveva raggiunto il picco a settembre, toccando quota centomila ed aveva poi rallentato in maniera significativa, raggiungendo i suoi minimi a gennaio e febbraio. Modi aveva dichiarato, alla fine di gennaio, che il Paese aveva sconfitto il virus e questa dichiarazione, secondo gli esperti, aveva spinto le persone ad abbassare la guardia nei confronti delle misure sanitarie come l’uso delle mascherine ed il distanziamento sociale.

di Andrea Walton