La collana dei «Grandi Libri» della Gregorian & Biblical Press

Cenere spenta e fuoco vivo

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03 maggio 2021

Si è provato in molti modi a definire cosa sia un classico della letteratura o del pensiero. Appare tuttavia evidente che una costante dei libri che identifichiamo come classici ha a che fare con la pratica: sono anzitutto libri che non abbiamo smesso di frequentare, e che a loro volta non hanno smesso di interpellarci, disorientarci, guidarci, promuovendo dialoghi impensati e riavviando processi. I classici sono inesauribili perché consentono di immaginare e sperimentare nuove esperienze per il lettore del futuro, soprattutto laddove l’interazione di un autore contemporaneo riesce a creare un cortocircuito e nuovi significati. Da questo punto di vista, si torna ai classici non per adorare le ceneri del passato, ma per conservare il fuoco del futuro.

Questa postura prende forma nella nuova collana della Gregorian & Biblical Press dedicata proprio a I Grandi Libri. La significativa collana nasce nel contesto dei cicli di conferenze che il Centro Fede e Cultura Alberto Hurtado della Gregoriana sta dedicando ai grandi libri della tradizione cristiana, ed è curata da Stella Morra e Giuseppe Bonfrate. Nei volumi dei Grandi Libri, autori contemporanei tornano a frequentare i classici del pensiero cristiano e offrono molto più che una guida alla lettura dell’opera, al contesto e alla storia interpretativa, alle influenze e risonanze: il loro è infatti il lavoro prezioso di chi, nella frattura delle epoche, quando la tradizione innesca tensioni e transiti, custodisce e traffica le opere più significative come fossero novità, perché i grandi libri si leggono in futurum.

A inaugurare la collana è stato il volume dedicato alla Regola pastorale di Gregorio Magno, curato da Marco Ronconi. L’autore, teologo che collabora con il Centro Hurtado, si dedica con perizia e passione alla rilettura dell’opera di Gregorio, che come primo gesto del suo pontificato (590-591) scelse proprio di redigere la Regola pastorale. Riscopriamo così un grande libro poliedrico, dalla prolungata e diffusa influenza in campi, tempi e contesti diversi. Un testo rivolto in primis ai pastori ma che è un manuale per governanti al di là dell’appartenenza all’istituzione ecclesiale. Un libro che indaga e presenta l’arte della cura delle anime, ma che nella storia è stato sorgente di riflessioni sul governo del bene comune. Pagine sapienziali che delineano il profilo di governanti esperti di umanità e capaci di esercitare la discretio, il senso della misura e il giudizio sapiente. Rileggendo la Regola e a partire dalla figura di Gregorio (capace di abitare le tensioni della vita in un tempo di grande trasformazione e smarrimento collettivo) Ronconi offre riflessioni importanti sull’urgenza di costruire una nuova forma di leadership: dal potere concepito come reticolo di tensioni alla consapevolezza che il primo potere si esercita su se stessi, sono davvero tanti gli spunti che rendono la Regola un libro per il futuro.

Compiendo un salto d’epoca giungiamo al secondo volume della collana, curato dal teologo Vincenzo Rosito (che insegna al Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo ii ) e dedicato a Minima moralia di Adorno. Un classico cristiano quantomeno insolito, eppure, scrive Rosito: «L’asse ereditario dei classici cristiani ammette inserimenti spuri, imprevedibili (...) un testo filosofico proveniente da una tradizione intellettuale apparentemente lontana, che per rimando o in virtù di una straordinaria capacità di scavo nelle profondità dell’umano socializzato, ha iniettato sieri benefici nel vissuto della recente tradizione cristiana». L’opera che Adorno scrisse negli anni del suo esilio americano è fondamentale nel dibattito filosofico e culturale del Novecento. A parlarci è anzitutto la sua forma: composta di aforismi e frammenti, volutamente disorganica, è un’opera la cui incompiutezza è garanzia di inedite aperture e terreno di prova per una riflessione teologica “in uscita”. Rosito, oltre a ricostruire contesto e tradizione di Minima moralia, ne analizza alcuni aforismi dischiudendone il potenziale critico e dialogico, e rendendo operativa la logica del “rinvio ad altro da sé” che innerva tutta l’opera di Adorno.

Nei prossimi mesi è prevista la pubblicazione di altri Grandi Libri. «Abbiamo immaginato la graduale composizione di una genealogia creativa, intellettuale, teologica e spirituale — precisano i curatori della collana —. I grandi libri hanno una vita lunga, superano il proprio tempo, e inquietano il futuro che hanno seminato».

di Enrico Zarpellon