La Chiesa in Francia e la lotta agli abusi

Impegno preciso

 Impegno preciso  QUO-094
27 aprile 2021

Impegnarsi ancor di più in un processo di giustizia riparativa che metta le vittime al centro delle preoccupazioni, e riconoscere la responsabilità collegiale e spirituale di tutta la vita religiosa: queste, in sintesi, le principali risoluzioni approvate dalla Conferenza dei religiosi e delle religiose in Francia (Corref) al termine dell’assemblea generale di primavera svoltasi on-line e dedicata principalmente alla lotta e alla prevenzione degli abusi all’interno di congregazioni e istituti. Un fermo impegno che si colloca nella scia di quello dell’episcopato francese che, un mese fa a Lourdes, ha presentato undici risoluzioni che mirano ad attuare un meccanismo di lunga durata per scoprire gli abusi, sostenere le vittime e garantire una prevenzione efficace.

Tra il 19 e il 20 aprile, l’assemblea della Corref ha riunito virtualmente oltre 250 partecipanti, tra cui alcune vittime, in attesa della pubblicazione, a novembre, del rapporto e delle raccomandazioni della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase), organismo creato dalla Cef nel 2018 in seguito alla rivelazione di molteplici casi di abusi all’interno del clero, con l’incarico di identificare le vittime di abusi a partire dagli anni cinquanta.

«Le vittime presenti al nostro lavoro ci hanno fatto capire, ancora una volta, quanto sia essenziale il confronto con la realtà di ciò che hanno subito, con le loro domande così profonde — ha dichiarato in conclusione dell’incontro suor Véronique Margron, presidente della Corref — sono i nostri maestri nel misurare il cammino che ci resta da percorrere per trasformare ciò che deve esserlo affinché le nostre comunità tornino a diventare le case sicure che avrebbero dovuto essere sempre, testimoni di un Dio che si è schierato per i più fragili e non ne esclude nessuno». «Non saremo mai liberi da questa realtà. La nostra anima rimane — e deve rimanere — danneggiata, ammaccata dal male sofferto dalle vittime e che attorciglia al di là dell’esistenza. La loro esperienza ci insegna un linguaggio, una grammatica della verità, le parole adatte, per affrontare i crimini della fratellanza che sono abuso spirituale, sessuale, di coscienza e di potere», ha proseguito la religiosa, delle Domenicane della Presentazione della Santa Vergine, consapevole che «non si può andare avanti senza le vittime, ma neanche senza le collaborazioni esterne indispensabili e senza l’intera Chiesa».

Nel suo discorso suor Margron ha poi spiegato in cosa consistono le due risoluzioni. Durante il processo di giustizia riparativa, che inizierà concretamente dopo la pubblicazione del rapporto della Ciase, «riconoscendo i fatti e le loro cause, la vita religiosa in Francia vorrà esprimere la sua vergogna per queste deviazioni e il tradimento dei più fragili e del Vangelo stesso». La Corref «continuerà a prendere tutte le misure necessarie per garantire che tali atti — e il fatto che troppo spesso siano rimasti impuniti — non possano riprodursi nuovamente». Infine, si assumerà l’obbligo di farsi carico della cura delle vittime e di assicurare una riparazione finanziaria. Il giorno prima, la presidente della Corref aveva spiegando la scelta di evocare durante i lavori il tema della «giustizia riparativa», «nel senso istituzionale, politico del termine», evidenziando che quest’ultima «cerca di far fronte all’ampiezza dell’impunità, per recuperare un po’ del tempo perduto». «Se vi proponiamo questo approccio — aveva sottolineato — è perché gli abusi e le aggressioni sessuali sono sia individuali che collettivi e istituzionali. La giustizia riparativa capovolge la scena della giustizia dei tribunali: non è prima di tutto l’autore del reato ad essere al centro, ma la sua vittima, che diventa il cuore delle preoccupazioni».

Con la sua seconda risoluzione, la Corref vuole riconoscere «la responsabilità collegiale e spirituale di tutta la vita religiosa». «In un modo o nell’altro, abbiamo fallito, anche per ignoranza, nell’assoluta solidarietà che ci lega a qualunque persona maltrattata, aggredita, ridotta allo stato di oggetto, privata di dignità», ha detto suor Margron. «I nostri istituti maschili e femminili non hanno tutti la stessa responsabilità per gli atti commessi, né per i sistemi fallimentari o devianti — ha precisato — ma siamo tutti impegnati a portare questa essenziale responsabilità di solidarietà, che non rimuove in alcun modo le colpe che alcuni devono assumere». I responsabili degli istituti religiosi in cui sono stati commessi abusi e aggressioni sessuali dai loro membri, ha concluso, «si impegnano a riconoscerli nella verità».

Nel giorno stesso della conclusione dell’assemblea generale della Corref, l’episcopato ha annunciato, dal canto suo, una distribuzione su vasta scala della «Lettera dei vescovi di Francia ai cattolici sulla lotta alla pedofilia» che era stata pubblicata al termine della plenaria di marzo. Per rafforzarne la diffusione — ha indicato un comunicato della Cef — questa lettera è stata distribuita distribuita come “inserto” in tre giornali d’ispirazione cristiana: «La Vie», «Le Pèlerin» e «Famille chrétienne». «Questa operazione senza precedenti — viene sottolineato — consentirà di raggiungere 226.000 famiglie abbonate e un numero ancora maggiore di lettori». La lettera, disponibile su Internet, può anche essere scaricata e stampata in una forma che consente a tutti di condividerla.

di Charles de Pechpeyrou