Il volto nuovo delle vocazioni
L’arcidiocesi di Boston ha ideato una webserie per il discernimento vocazionale

Dio ha un piano per noi

Nel primo episodio della webserie Michael Zimmerman (foto) evoca la “fame” di senso che ognuno può sperimentare
27 aprile 2021

Si intitola «Scivias». È una webserie per il discernimento nel sacerdozio. Un nuovo strumento multimediale adottato di recente dall’arcidiocesi di Boston. Si tratta di una serie di video tematici che trattano, in modo graduale e sempre più profondo, temi come la libertà interiore, il dono della vita, i desideri del cuore e i piani che Dio ha per ogni essere umano. Buona musica e belle immagini fanno da complemento a storie, testimonianze e racconti ispirati all’omonima opera di santa Ildegarda di Bingen, in cui si riprende la frase latina Scito vias Domini, ovvero “Conosci le vie del Signore”. «In questa serie sto cercando di far incarnare degli esempi e la mia stessa vita, mostrando che Dio ci parla, che ha un piano per noi. Seguirlo sul sentiero della santità che ci chiama a percorrere è una cosa bellissima», dichiara a «L’Osservatore Romano» Michael Zimmerman, assistente alla direzione della pastorale delle vocazioni dell’arcidiocesi statunitense e ideatore del progetto.

La webserie «Scivias» è costituita da 27 episodi, ciascuno della durata di cinque minuti, ed è divisa in tre parti che comprendono nove puntate ognuna. È un prodotto che ambisce a essere «esauriente e accessibile» per tutti. La prima sezione parla del raggiungimento della libertà attraverso una maggiore libertà interiore. È un percorso che inizia «riconoscendo quali sono le nostre paure e i nostri desideri — spiega il sacerdote — capendo cosa sta succedendo nel nostro cuore e come possiamo rivolgerlo a Dio, in modo che si abbia la libertà di dire “sì” a qualunque cosa Dio ci chieda, quali che siano i suoi piani». Nei nove episodi successivi si prende atto che ogni vita è un dono divino e che «la vocazione è il modo particolare con cui Dio ha chiamato a dare la vita come un dono». Infine, la terza parte tratta del sacerdozio diocesano e offre maggiori informazioni su «un dono della vita che soddisfa i desideri del proprio cuore», come lo definisce Zimmerman.

«Le prime due sezioni della serie corrispondono alla virtù della castità». Riprendendo la definizione che ne dà il Catechismo della Chiesa cattolica, i video si concentrano su due aspetti: l’integrità di se stessi e la totalità del dono. «Il nostro cuore dev’essere indiviso, intero, completo. Quindi occorre avere una certa conoscenza e padronanza di sé per discernere tra ciò che vogliamo», prosegue l’assistente alle vocazioni. Come il cuore di un uomo sposato che è rivolto a quell’unico amore al quale offre tutto ciò che gli viene chiesto, così il prete è capace di donarsi completamente a Dio. È ciò di cui si fa esperienza nella terza parte della serie, in cui si mostra la vita come dono nella vocazione sacerdotale. Ma cosa spinge oggi una persona a farsi prete? «Io penso che tutto si riferisca alla relazione con Dio. Quando arriviamo a conoscere Gesù e il suo amore per noi, allora vogliamo stare con lui e seguirlo, facendo ogni cosa che ci chiede». Come san Pietro, al quale è dedicata una puntata, che è chiamato a essere, dopo quest’incontro, la pietra su cui è fondata la Chiesa.

La narrazione è il nucleo centrale di questo strumento pastorale in cui luoghi, persone ed esperienze sono fondamentali per il discernimento vocazionale. Alcune storie ce le racconta lo stesso Zimmerman. «Ho iniziato a pensare al sacerdozio quando ero al college, dove c’era un gruppo di religiosi. Ho iniziato a vedere come vivevano in comunità, come pregavano, cosa facevano. Credo che i loro esempi mi abbiano fatto capire che per me era una realtà desiderabile». La serie offre consigli e illustra l’intimità di questo percorso. «Penso che sia molto importante perché le persone potrebbero pensare che la voce di Dio che sentono non sia reale, ma solo nelle loro teste. Noi cerchiamo di mostrare che quella voce è concreta». Così è stato per questo giovane prete di Boston: «Sapevo che Dio mi ama, che voleva fossi felice, che qualunque cosa mi avesse chiesto sarebbe stato il meglio per me, per la mia salvezza, e per quella degli altri nel servire la Chiesa. Ma penso che la nostra vocazione sia più profonda di un semplice senso di dovere: è una chiamata che giunge da un luogo di amore».

Ogni settimana viene pubblicato un video su Facebook e YouTube ed è possibile approfondire la riflessione e la preghiera della puntata grazie a una guida disponibile su www.vocationsboston.org. L’idea di scrivere e filmare una webserie è germogliata durante la pandemia, con la convinzione che fosse il tempo giusto per parlare di come nascono le tante domande che sono nel nostro cuore: Qual è lo scopo della mia vita? Cosa vuole Dio da me? Che ci faccio al mondo? Come parla Dio? Come confidare in Dio? Come essere in grado di dire di sì alla sua volontà? «Questi video ci permettono di interagire con persone che non possiamo incontrare, aiutandole nel percorso prima che si mettano in contatto con noi», dice don Michael. Un strumento utile anche per i 50-60 seminaristi della diocesi. «Certo — conclude — vogliamo avere più sacerdoti che servano la Chiesa, ma ancora più importante è ispirare le persone a diventare santi per fare la volontà di Dio nella loro vita. E crediamo che ciò contribuirà a promuovere le vocazioni al sacerdozio».

di Giordano Contu