Nel 1921 la biografia di Charles de Foucauld scritta da René Bazin si diffonde rapidamente nella Francia dominata da un secolo e mezzo di antireligione politica e culturale. È la folgorante novità che i cristiani attendevano. La prima donna a proiettarne sul piano globale l’universalità sarà un’insegnante lorenese, Magdeleine Hutin, nata il 26 aprile 1898. Non che prima di lei generose vocazioni femminili non abbiano abbracciato lo spirito dall’eremita sahariano, ma è con la fondazione della Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù che Magdeleine ne rinnova le amplissime premesse carismatiche sui cinque continenti.
Nel 1936 giunge in Algeria con una sola compagna, vive il noviziato presso le Suore Missionarie di Nostra Signora d’Africa e tre anni dopo è fra i nomadi dell’oasi di Tuggurt.
Di questa primizia ricorderà: «Fra noi c’era un tale amore che mai ne potrò trovare uno simile». Seguire oltre ogni linea di demarcazione Charles, che si fece tuareg fra i tuareg fino all’immolazione, attuare l’apostolato dell’ambiente lanciato dall’Action catholique, nel fervore che porterà al movimento dei preti operai, al rafforzarsi dell’impegno laicale nella Chiesa, al riconoscimento degli istituti secolari: è nella convergenza di realtà ecclesiali maggiori che Magdeleine offre la vita per i musulmani. Ancora ignora che l’offerta contiene in nuce la donazione delle Piccole Sorelle a tutte le genti.
Nel 1940 percorre la Francia occupata, presentando nei bistrot e nelle parrocchie un rudimentale filmino girato a Tuggurt. Si sposta tra Europa e Africa, attirando seguaci. Nel 1944 espone a Giovanni Battista Montini e Pio
Nel 1946 Magdeleine comprende che le fraternità devono diventare universali, anche se le costa rinunciare all’esclusività dell’offerta all’islam: svolta analoga a quella del direttore spirituale René Voillaume, che con i Piccoli Fratelli di Gesù sta compiendo un percorso parallelo, dal deserto di El Abiodh alle masse umane delle città.
Ottenuto il riconoscimento a congregazione diocesana il 13 giugno 1947, la ricerca delle minoranze più abbandonate la conduce dai gitani ai lebbrosi, ai pigmei, ai profughi, agli indios d’Amazzonia, alle periferie latinoamericane. In Australia è con gli operai di Sydney e gli aborigeni del deserto, in Papuasia con i pescatori nomadi. È il suo farsi tutta a tutti nei punti di frattura. Sulle macerie di Berlino annota: «È peggio di qualsiasi altro luogo» e si dichiara tedesca in Germania. Le frontiere orientali, spesso ostiche, talvolta invalicabili, la lasciano passare: Iraq, India, Vietnam, Giappone, Corea, Taiwan, Russia, Indonesia, Pakistan. In ogni luogo diventa una del luogo. Nell’Afghanistan chiuso ai cristiani le Piccole Sorelle entrano da infermiere all’università di Kabul. Nel lebbrosario sciita di Mashhad in Iran, fra le dame di carità musulmane. In Francia e Algeria lavorano in fabbrica, bene accolte anche se non si sono mai viste operaie in abito religioso. Discese all’ultimo posto, restano contemplative in mezzo alle folle, infrangendo il pregiudizio per cui la vita attiva escluderebbe la vita contemplativa.
Nel 1952 Magdeleine elabora il «Bollettino verde», carta costituzionale che descrive religiose umane prima che cristiane e cristiane prima che religiose, obbedienti ma con intelligenza, per quella volontà umana che tutto può se sottoposta alla volontà di Dio. Linguaggio coniato dall’esperienza d’immedesimazione alla dignità degli ultimi, al seguito del contemplativo per eccellenza, Gesù, pigiato fra il popolo sulle strade di Galilea, eppure mai separato dal Padre.
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