Messa del cardinale Parolin a Santa Maria Maggiore

Cento anni di amicizia
con El Salvador

 Cento anni di amicizia con El Salvador   QUO-091
22 aprile 2021

Il centenario delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di El Salvador e la Santa Sede è stato ricordato stamane, 22 aprile, dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin durante la messa celebrata nella basilica papale di Santa Maria Maggiore. Nella cappella Borghese, dove è custodita la venerata icona mariana della Salus Populi Romani, a rappresentare il Paese latinoamericano era l’ambasciatore Manuel Roberto López.

Tra i momenti salienti citati dal porporato nell’omelia — pronunciata in spagnolo — il primo viaggio in Salvador di san Giovanni Paolo ii nel marzo 1983 e la canonizzazione da parte di Papa Francesco nell’ottobre 2018 dell’arcivescovo martire Óscar Arnulfo Romero Galdámez, una figura che, senza dubbio — ha detto citando il discorso del Pontefice argentino ai pellegrini convenuti per la cerimonia in cui il presule fu proclamato santo insieme con Paolo vi e altri cinque beati — con il suo «esempio e incoraggiamento», unisce tutto il popolo, infonde fede e speranza nei cuori di tanti salvadoregni e di migliaia di uomini e donne di altre nazioni latinoamericane che lo venerano con tanto amore.

Dopo aver commentato le letture proposte dalla liturgia di questo giovedì della terza settimana di Pasqua, il cardinale segretario di Stato ha messo in luce come i salvadoregni mantengano «vivo il ricordo degli anni difficili, in cui il conflitto armato ha seminato morte, violenza, divisioni e risentimenti, impedendo il progresso sulle vie della giustizia». E sebbene finalmente, ha aggiunto, siano «passati» i tempi «più tristi della storia recente» della nazione, «oggi — ha concluso — altre piaghe come il degrado dell’ambiente, l’emigrazione, anche di giovani e bambini, con le sue gravi conseguenze in ambito personale e famigliare, e la triste situazione creata dal covid-19, ostacolano l’auspicato progresso e il benessere che i figli di El Salvador si aspettano da questa terra bella e fertile».