Creata la Provincia gesuita dell’Europa centrale

La missione non ha confini

Dipinto raffigurante Ignazio di Loyola (inginocchiato al centro) che, con i suoi compagni, emette i voti fondando la Compagnia di Gesù: è il 15 agosto 1534
19 aprile 2021

Non tanto per il calo numerico dei membri quanto per ottimizzare le risorse umane ed economiche e per dare un segnale forte contro i nazionalismi, di varia natura, emergenti nel vecchio continente: la Provincia gesuita dell’Europa centrale — che nasce ufficialmente il 27 aprile accorpando quelle di Austria, Germania, Svizzera, Lituania, Lettonia e Svezia — ha l’obiettivo principale di servire meglio la missione, agevolato dal fatto che in un’entità più grande sarà più facile far emergere i talenti di ognuno e trovare confratelli all’altezza di compiti multidisciplinari. A spiegarlo, giorni fa, in un video diffuso sul sito internet della Provincia austriaca dei gesuiti, è stato padre Bernhard Bürgler, dal 2014 a capo della stessa e chiamato ora a guidare, per i prossimi sei anni, la Provincia mitteleuropea, trentasei comunità con un totale di 442 religiosi ignaziani accomunati in gran parte dalla lingua tedesca. Alla base, osserva, «ci sono considerazioni su come l’Ordine potesse soddisfare al meglio la sua idea fondante. All’inizio della Compagnia di Gesù infatti c’erano persone di diverse nazionalità, tutti sentivano la missione di annunciare il messaggio di Gesù. Le strutture sono emerse solo nel corso del tempo creando anche una sorta di consapevolezza nazionale, di autonomia provinciale che non si adatta allo spirito originale».

Con questa “rifondazione”, si auspica che «i fratelli possano essere meglio utilizzati in base alle loro capacità» in considerazione dei vecchi e nuovi campi di attività della vasta area provinciale, in particolare negli ambiti della spiritualità, dell’istruzione e della società. La struttura dovrebbe aiutare a svolgere la missione «meglio di prima». Per Bürgler tale unione è una «grande opportunità», una buona soluzione che induce a guardare al futuro con fiducia.

Gli fa eco Georg Nuhsbaumer, responsabilie organizzativo presso la «Kardinal König Haus» (centro educativo dei gesuiti e della Caritas a Vienna intitolato a Franz König, arcivescovo della città dal 1956 al 1985), sottolineando che non si è cercato di ristrutturare e salvare il vecchio ma di avviare un nuovo inizio comune: «In partenza c’erano la domanda “cosa vogliamo ottenere?” e la consapevolezza che alcune cose possono essere fatte meglio se vengono svolte insieme, con un lavoro di squadra, da “compagni in una missione di riconciliazione e di giustizia”», come sancito nel 2017 dalla 36ª Congregazione generale. La riunione di trentasei comunità di sei diverse nazioni apre adesso prospettive completamente nuove. Proprio come era stato, quattro anni fa, per la Provincia Euro-mediterranea, nata dall’accorpamento delle comunità di Italia, Albania, Malta e Romania.

Se, dunque, fin dagli inizi della storia della Compagnia di Gesù, l’unità principale di raggruppamento in una regione è stata costituita dalle Province (prevalentemente definite dai confini geografici), negli ultimi anni, prima con padre Adolfo Nicolás Pachón, ora con l’attuale preposito generale, padre Arturo Sosa Abascal, questi limiti nazionali non sono più obbligatoriamente tenuti in considerazione, venendo superati da esigenze multiculturali e multilinguistiche. Le parole d’ordine sono dialogo e collaborazione, pensando a un avvenire comune. Padre Sosa ha spesso ricordato la prospettiva molto più ampia e fondamentale di quelle di natura matematica o geografica, ovvero il carattere essenzialmente universale della Compagnia di Gesù fin dalla sua fondazione. «Il gesuita — spiega in un’intervista — ha una vocazione universale, interculturale, deve dare la disponibilità a essere inviato ovunque, secondo le esigenze della missione». La visione cristiana del resto non può avere confini nazionali.

Nato in Tirolo, Bernhard Bürgler, 61 anni, ha studiato a Innsbruck ed è entrato a far parte dei gesuiti nel 1991. Dopo il noviziato, ha conseguito il dottorato in teologia e si è specializzato in psicoanalisi. È stato padre spirituale al seminario internazionale «Canisianum» di Innsbruck, nella casa di ritiro «Haus Gries» a Wilhelmsthal, in Germania, tra i responsabili della «Kardinal König Haus» a Vienna e, come detto, dal 2014, provinciale dei gesuiti in Austria.

di Giovanni Zavatta