Storie di misericordia

Chiedere pietà
davanti allo specchio

Rembrandt «Ritorno  del figliol prodigo» (particolare)
17 aprile 2021

L’ultima volta che l’ho detto è stato pochi minuti fa.

Durante un videocollegamento con una scuola professionale di Macerata. Dodici classi, duecento ragazzi tra i quindici e i diciassette anni.

Sono un uomo fortunato. Oggi posso dirlo. Se guardo il mio passato, il mio presente, non posso fare altro che ammetterlo.

Ogni volta che lo affermo devo sconfiggere una specie di pudore, perfido, perché il bene si deve tenere per sé, come un patrimonio che gli altri minacciano, semmai è il male, il male va condiviso.

La mia fortuna è nata un giorno per volta.

E ogni giorno viene messa alla prova.

C’è un giudice supremo e inesorabile che sovrintende la mia vita e che minaccia quotidianamente ogni mio gesto. Quel giudice sono io. Me stesso.

Il nemico vero ce lo portiamo in corpo. C’è una parte di noi che non vorrebbe mai concedersi un margine di umanità, fallibilità, che guarda con occhi di sicario tutto ciò che compiamo.

Una parte sorda a ogni forma di tenerezza, di comprensione, che vorrebbe da noi la perfezione assoluta, la ferocia di chi altro non conosce che il proprio obiettivo, contro gli altri, contro noi stessi. Guardarsi allo specchio, quando questo giudice interiore prevale nella nostra vita, diventa straziante. Perché ci sarà sempre qualcosa di imperdonabile da scaraventarci contro.

Ritrovarsi allo specchio e chiedere pietà. Tu che vivi dentro di me, abbi un poco di compassione per quello che faccio, sbaglio, non essere mio nemico, anche perché noi due siamo la stessa cosa. Abbi misericordia di me, di te.

La mia fortuna è nata il giorno in cui allo specchio ho avuto misericordia di me.

Come ha detto il Santo Padre, mi sono misericordiato.

Ho visto tutta la pena e mi sono accolto, ho accolto le mie debolezze, i miei presunti sbagli, ho generato un senso di rinascita. Ho partorito la mia fortuna.

Ovvero la consapevolezza che la misericordia non viaggia diversamente dall’amore.

Ama il prossimo tuo come te stesso.

Abbi misericordia del prossimo tuo come di te stesso.

Perdonati per perdonare.

Senza questa fortuna viviamo in catene, senza questa capacità non abbiamo possibilità di appello.

Invece, guardiamoci per quello che siamo, tutti, accogliamoci come esseri che procedendo rischiano costantemente di cadere.

Concediamoci, quando veramente desiderata, un po’ di pietà.

Solo così conosceremo l’esatta misura di quello che il nostro cuore può compiere.

di Daniele Mencarelli