Ccee e Kek sui 20 anni della Charta œcumenica

Nuovo slancio
per la comunione

La firma del documento il 22 aprile 2001 a Strasburgo
15 aprile 2021

Una celebrazione ecumenica online si svolgerà giovedì 22 aprile per ricordare il ventesimo anniversario della Charta œcumenica. Il testo firmato a Strasburgo nel 2001 dai presidenti del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle Chiese europee (Kek), rappresenta uno dei documenti fondamentali nel cammino di collaborazione tra le Chiese del continente. All’evento, dal titolo «Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Romani, 12, 12), sono invitati a partecipare tutte le Chiese e i partner ecumenici. Nell’ambito delle celebrazioni per la Charta, sarà pubblicato nei prossimi giorni un libretto di temi, contenente il programma della giornata, nonché riflessioni ecumeniche sulle linee guida del documento. Il libretto, da utilizzare durante tutto l’anno, è destinato alle Chiese. L’opuscolo sarà disponibile per il download gratuito sui siti Internet delle due organizzazioni in inglese, francese, tedesco e italiano.

«Seguendo il testamento di nostro Signore, espresso in Giovanni, 17, e nella Charta œcumenica, “perché tutti siano una sola cosa”, siamo consapevoli che l’unità dei cristiani non è solo il risultato dei nostri sforzi umani — affermano in un messaggio comune il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Ccee e il reverendo Christian Krieger, presidente della Kek — allo stesso tempo questa unità, per la quale Gesù ha pregato e sofferto, deve essere percepibile in questo mondo». In questo senso, proseguono i due leader religiosi, «desideriamo essere strumenti per questa unità e impegnarci nuovamente per rafforzare la comunione ecclesiale attraverso la preghiera e l’azione comuni, offrendo al contempo il nostro servizio al mondo per la promozione della giustizia e della pace».

Negli ultimi vent’anni, viene sottolineato nella dichiarazione congiunta, il continente europeo ha generalmente vissuto un periodo di pace, insieme a un miglioramento delle relazioni ecumeniche. Ciò si è espresso in ambiti della vita quotidiana come la testimonianza comune, l’azione nell’ecumenismo locale, come anche i matrimoni interconfessionali. Inoltre, «sono stati raggiunti diversi accordi teologici e una nuova generazione di teologi è stata formata in maniera ecumenica». Sono fiorite diverse iniziative interreligiose e «le Chiese hanno rafforzato il loro lavoro verso un mondo giusto e pacifico, non da ultimo a causa del crescente movimento di persone da altri continenti e hanno aumentato i loro sforzi per la cura del creato». Il messaggio della Charta, sottolineano i due leader cristiani, «ha contribuito e dato nuovo vigore a tutta questa crescita e trasformazione».

«Mentre ci sforziamo per il Regno di Dio, le nostre società e Chiese continuano a essere sottoposte alla sfida del nostro peccato umano e da tutti i tipi di divisione — osservano Bagnasco e Krieger — vecchie e nuove divisioni nella Chiesa hanno bisogno di guarigione, le disuguaglianze sociali ed economiche richiedono la trasformazione dei nostri atteggiamenti e delle nostre strutture, le continue minacce alla democrazia e all’ambiente naturale invitano ad una rinnovata attenzione alla totalità della vita». Inoltre, la ripresa di conflitti armati e attacchi terroristici in alcune parti del continente negli ultimi anni «richiede pentimento, perdono e giustizia». Di fronte a queste realtà, e mentre le Chiese ridefiniscono il loro ministero nel mezzo della pandemia da Covid-19, i responsabili della Ccee e della Kek riaffermano il loro impegno comune «a testimoniare Cristo come nostro Salvatore e la sua promessa di una vita trasformata nella potenza dello Spirito Santo».

di Charles de Pechpeyrou