Rafforzati i poteri del presidente

Kyrgyzstan: approvata
la nuova Costituzione

Manifestazioni elettorali in Kyrgyzstan
15 aprile 2021

In Kyrgyzstan è stata approvata una nuova costituzione. Entrerà in vigore nelle prossime settimane ed è stata definitivamente approvata con un referendum tenutosi domenica 11 aprile. La partecipazione della popolazione a queste consultazioni è stata del 35% superando di poco il quorum (fissato al 30%); la nuova carta è stata approvata con circa il 79% dei voti favorevoli. Oltre all’approvazione della nuova costituzione, in Kyrgyzstan si sono tenute anche le elezioni locali per il rinnovamento di 450 consigli locali, tra questi anche quello di Osh, seconda città del Paese.

La nuova costituzione è stata fortemente voluta dal nuovo presidente Zhaparov, eletto lo scorso 10 gennaio, con i dati sull’affluenza simili a quelli di domenica. In quell’occasione, la popolazione fu anche chiamata a scegliere tra il mantenimento del sistema parlamentare o cambiare l’assetto statale in senso presidenziale. Vinse questa seconda opzione, iniziando un percorso che ha portato ai risultati di ieri. Il nuovo assetto prevede una riduzione dei seggi del Parlamento, da 120 a 90 scranni, e l’introduzione dell’Assemblea del Popolo, un nuovo organo consultivo parallelo al Parlamento e sotto il diretto controllo del presidente della repubblica, scrive la testata «Radio Free Europe».

Zhaparov ha commentato l’esito dei risultati sottolineando come questa nuova carta sia stata redatta da 100 esperti di diritto e che, a differenza delle costituzioni precedentemente in vigore, non sia influenzata da norme prese da altri Paesi, riporta ancora «Radio Free Europe».

Ma le critiche alla riforma non mancano. Durante la giornata di domenica sono state riportate irregolarità elettorali sia nella capitale Bishkek, sia nella città di Osh. Si hanno anche notizie di compravendite di voti per le elezioni locali. Questa non è una sorpresa: anche nelle precedenti tornate erano state denunciate irregolarità. Ma rimane il fatto che ampie porzioni della popolazione non approvino il cambiamento promosso da Zhaparov, come testimonia la bassa affluenza. La società kyrgyza è la più sensibile alle istanze democratiche in Asia Centrale.

Nel 2010, a seguito delle proteste di piazza, la presidenza era stata tenuta per un anno da Roza Otunbayeva che aveva introdotto il sistema parlamentare. Sotto la sua presidenza era stato fissato anche il tetto di un solo mandato per il presidente, norma ora abolita. Molti tra la popolazione, specialmente i più giovani, temono che ora il Kyrgyzstan possa diventare politicamente simile ai suoi Paesi vicini. Critiche sono state mosse anche dall’Ufficio per le Istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Ocse e dalla Commissione di Venezia durante il mese di marzo, che hanno denunciato come gli enormi poteri conferiti al presidente della Repubblica con la nuova costituzione limitino gli altri poteri dello stato, in particolare quello giudiziario. Stesse critiche sono state mosse anche dal vicesegretario per l’Asia Centrale del governo americano Jonathan Henick, che in un’intervista al magazine specializzato «The Diplomat», ha sottolineato la mancanza di coinvolgimento della società durante i lavori di stesura della carta.

di Cosimo Graziani