Ritardi nei vaccini e misure allentate hanno fatto aumentare i contagi

India epicentro
della pandemia

A patient with breathing problems is helped aboard an ambulance as she is being shifted to a ...
14 aprile 2021

L’india è diventata il secondo Paese più colpito al mondo dalla pandemia di covid. A confermarlo sono i preoccupanti dati giornalieri sui contagi e sulle morti. Il picco delle infezioni si è avuto nella giornata di ieri, quando sono stati registrati circa centottantamila nuovi casi e i morti sono stati più di mille. La crescita negli ultimi mesi è stata esponenziale: a febbraio i dati riportavano un numero di contagi minore alle diecimila unità e nel giro di poche settimane la situazione si è trasformata in una crisi che ha portato il Paese sull’orlo del baratro. Al momento la regione maggiormente colpita è lo Stato occidentale di Maharashtra, dove si trovano più della metà dei nuovi contagi giornalieri, ma altre situazioni di criticità sono negli Stati di Karnataka, Chhattisgarh, Kerala e Punjab, come scrive la «Cnn».

Il dottor Ramanan Laxminarayan, direttore del Center for Disease Dynamics, Economics and Policy, come riportato dal «New York Times», ha dichiarato che l’andamento del contagio nel Paese asiatico segnerà nei prossimi mesi l’andamento a livello mondiale. «Se non è finita per l’India, non è finita per il mondo intero» ha puntualizzato Laxminarayan. Il problema principale riguarda i numeri. Secondo i calcoli da lui riportati, i numeri sono sottostimati e le persone che sarebbero venute in contatto con il virus durante gli ultimi dodici mesi sono un numero compreso tra i trecento e i cinquecento milioni. Il problema, sottolinea ancora Laxminarayan, «è che ci sono ancora novecento milioni di persone che non sono state ancora infettate». Alla luce di questi dati, anche il conteggio dei deceduti nelle precedenti ondate risulta sottostimato.

Le causa di questo balzo di contagi è probabilmente dovuta all’abbassamento complessivo dell’attenzione. In queste ultime settimane il governo centrale ha evitato di imporre restrizione simili al lockdown dello scorso anno, che ha avuto pesanti ripercussioni economiche. In tutto il Paese si sono tenute celebrazioni religiose che hanno chiamato a raccolta centinaia di fedeli. Le immagini mostrano chiaramente i partecipanti senza mascherina.

Non sta aiutando neanche il programma di vaccinazioni, che sta procedendo a rilento, nonostante l’India sia uno dei Paesi produttori del vaccino AstraZeneca. Tra la popolazione regna lo scetticismo e in quelle regioni in cui il vaccino è disponibile tale sentimento si aggiunge ai ritardi burocratici. In altre regioni invece, le dosi mancano del tutto. Secondo a quanto riporta il «New York Times», il piano del governo è di bloccare l’ex-port delle fiale prodotte nel Paese e di aumentare quelle per uso interno. Nelle ultime ore poi New Delhi ha anche autorizzato l’uso del vaccino russo Sputnik, che avverrà attraverso una produzione propria. Critiche sono arrivate al primo ministro Modi da parte di Sonia Ghandi, presidente del Partito del Congresso e da altri esponenti dell’opposizione, secondo i quali l’aumento dei casi e i ritardi nelle vaccinazioni potevano essere evitati se il governo avesse continuato a mantenere misure più restringenti e a trattenere anche parzialmente le dosi di vaccino prodotte, scrive «The Times of India».

di Cosimo Graziani