Nonostante siano trascorsi cinque secoli dalla vicenda terrena di santa Teresa d’Ávila, «la fiamma che Gesù ha acceso» in lei continua a «brillare in questo mondo sempre bisognoso di testimoni coraggiosi, capaci di abbattere qualsiasi muro, sia esso fisico, esistenziale o culturale». Lo scrive il Papa in una lettera datata 19 marzo e indirizzata al vescovo di Ávila, monsignor José María Gil Tamayo, in occasione del congresso internazionale — che si svolge dal 12 al 15 aprile, all’Università cattolica della città castigliana — per i 50 anni della proclamazione della santa a dottore della Chiesa.
Nel testo il Pontefice ricorda le parole di san Paolo
In questo anno giubilare dedicato a san Giuseppe, il Pontefice ricorda in conclusione la grande devozione che Teresa aveva per il patrono della Chiesa universale: «Lo prese come maestro, avvocato ed intercessore», e «a lui si raccomandava, avendo la certezza che avrebbe ricevuto le grazie che gli chiedeva».