Solo quanti, come gli apostoli, hanno maturato la consapevolezza di essere «misericordiati, diventano misericordiosi». Ecco perché occorre accostarsi al confessionale e «abbracciare il sacramento del perdono» — che «è misericordia pura» — per poter «diventare testimoni di misericordia»: lo ha sottolineato il Papa celebrando per il secondo anno consecutivo la messa della seconda domenica di Pasqua nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario romano della spiritualità diffusa da santa Faustina Kowalska. Nel giorno che Giovanni Paolo
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ha voluto dedicare alla festa della Divina Misericordia, Francesco ha raggiunto il tempio a due passi dal Vaticano per presiedervi l’Eucaristia — e successivamente la recita del Regina caeli — alla presenza di un piccolo gruppo di fedeli. All’omelia ha rimarcato come sia «difficile essere misericordioso se uno non si accorge di essere misericordiato», quindi ha spiegato che i discepoli furono «misericordiati, attraverso tre doni» offerti da Gesù: «la pace, lo Spirito, le piaghe». Attualizzando poi la riflessione il vescovo di Roma ha esortato a non rimanere «indifferenti», accontentandosi di «una fede a metà, che riceve ma non dà, che accoglie il dono ma non si fa dono. Perché... la fede... senza le opere di misericordia muore».
Regina Caeli
L'omelia del Papa