Il Papa incoraggia la sua squadra a proseguire il servizio sportivo e solidale per le strade tra la gente

Quel poliedro di fraternità

L’arrivo della mezza maratona Via Pacis, mano nella mano, con lo stile suggerito da Papa Francesco: correre insieme al passo del meno veloce
08 aprile 2021

«Sono lieto di incoraggiare l’Athletica Vaticana a proseguire nell’impegno di diffondere la cultura della fraternità nell’ambito sportivo, ponendo viva attenzione alle persone più fragili, diventando così testimoni di pace». Le parole di Papa Francesco — durante l’udienza generale di mercoledì 7 aprile — per ogni donna e per ogni uomo che sta dando vita all’esperienza di Athletica Vaticana sono un incitamento alla responsabilità di dare il meglio di sé stessi per essere “fratelli tutti” anche nello sport, tra la gente, per le strade. Senza lasciare nessuno indietro e stando al passo del più debole. Sì, per uscire migliori — e tutti insieme, come in un’unica grande squadra — da questa crisi anche attraverso lo sport.

Nella prospettiva della Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, indetta il 6 aprile dalle Nazioni Unite, il Papa ha rilanciato «l’esperienza dello sport come evento di squadra, per favorire il dialogo solidale tra culture e popoli diversi».

Ed è proprio quello che cerca di fare Athletica Vaticana, l’unica associazione sportiva costituita e con sede e personalità giuridica in Vaticano. La Segreteria di Stato l’ha affidata al Pontificio Consiglio della cultura. L’11 settembre 2018 è stata siglata l’Intesa bilaterale con il Coni che consente agli “atleti vaticani” di poter gareggiare regolarmente, e non solo in eventi di carattere amichevole, nelle competizioni in Italia e all’estero. Con uno stile di fraternità per provare a testimoniare al meglio, e concretamente, la visione cristiana della passione sportiva. Alla pari con tutti.

Per statuto fanno parte dell’associazione i cittadini e i residenti della Città del Vaticano, e i dipendenti, anche in pensione, di tutte le amministrazioni della Santa Sede, nonché i loro familiari di primo grado. In spirito di inclusione, sono stati accolti come “membri onorari” due giovani migranti africani sbarcati a Lampedusa (assistiti dalla cooperativa Auxilium) e Sara, 12 anni, con disabilità, particolarmente appassionata di sport.

L’inclusione, lo “sport per tutti”, è una priorità per l’Associazione vaticana, che ha firmato un protocollo d’intesa con la Federazione italiana di para-atletica (Fispes), nell’ambito del Comitato italiano paralimpico.

I tesserati sono circa 100, donne e uomini di venti nazionalità e di ogni età: il più giovane è una guardia svizzera di 19 anni e il meno giovane un professore della Biblioteca apostolica vaticana di 65 anni. Della squadra fanno parte anche due vescovi e una suora, insieme ad alcuni sacerdoti. In un affascinante e originale poliedro di esperienze, unite dalla fede e della passione per lo sport.

Con uno stile aperto di servizio — e “servizio” è la parola chiave — Athletica Vaticana dà vita, in ambito sportivo, a progetti solidali (in particolare con il Dispensario pediatrico vaticano Santa Marta), spirituali e culturali, ben sapendo che non avrebbe senso un’associazione sportiva in Vaticano per... “correre e basta”. La “messa del maratoneta”, prima di grandi eventi, e la diffusione della Preghiera del maratoneta, in 37 lingue, sono due iniziative particolarmente popolari.

Il 5 giugno, a San Marino, Athletica Vaticana parteciperà per la prima volta, come ospite, ai campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa. Una significativa presenza in pista, in uno stile di amicizia con gli atleti di 18 Stati, per promuovere insieme il dialogo per la pace tra religioni e culture.

Infine, tra i prossimi passi c’è l’imminente apertura di una sezione ciclistica, con lo stesso stile sobrio, appassionato e solidale indicato dal Papa per la sezione di atletica leggera.

di Giampaolo Mattei