Il canto gregoriano e la formazione delle organizzazioni in un libro di Bernardino Manzocchi

Per fermare il degrado dell’humanitas

 Per fermare il degrado dell’humanitas  QUO-078
07 aprile 2021

Il canto gregoriano considerato da una prospettiva ecclesiastica è un canto liturgico, ma visto in una prospettiva socio-musicale è motivo di grande interesse semiologico; riesaminato poi in un’ulteriore prospettiva, più psicologica, è un evento spirituale dalle caratteristiche precise ancora da esplorare. Nell’ottica dello sviluppo della persona cioè, e di un buon rapporto con ciò che ci trascende, questo canto può essere di grande aiuto come elemento di sviluppo della personalità.

Di questa proposta formativa si parla nell’interessante volume curato dal professore dell’Università benedettina di sant’Anselmo, Bernardino Manzocchi Note di gestione. Il silenzio, la meditazione e il canto gregoriano come strumenti per la formazione nelle organizzazioni (Roma, Edizioni Chorabooks, 2021, pagine 107, euro 6,99) che utilizza nel suo complesso gli elementi spirituali essenziali della cultura benedettina come il silenzio, la meditazione e il canto gregoriano. Essa può offrire alla persona un’intuizione che illumina un aspetto della propria affettività o della propria professionalità. Tale possibilità offerta da questo metodo è particolarmente importante nel nostro periodo storico in cui appare visibile un grande degrado della humanitas.

Il libro descrive due giornate formative, studia i metodi didattici, ne espone i contenuti e anche l’importanza della location per il progetto. Partendo da qui vengono analizzati molti aspetti del cultura benedettina. Numerosi sono gli spunti culturali che il lettore vi troverà, tra cui la storia di Mirko che è il racconto di un partecipante.

Sensibilizzare le persone a trattare la spiritualità come un aspetto delle propria personalità del quale occuparsi e prendersi cura è il motivo che ha spinto l’autore a scrivere questo libro.

Il libro tuttavia vuole essere anche uno strumento per la formazione. In altre parole, chi vuole e né ha le competenze, può usare la metodologia descritta nel libro per la formazione organizzativa, tanto in ambito religioso che civile. Il libro è impreziosito da quattro contributi scritti da Giacomo Baroffio, Sergio Bini, Carlotta Rizzo e Bernard (Lukasz) Sawicki. Questi contributi sono molto importanti perché sul tema dell’utilizzo della spiritualità nella formazione organizzativa c’è tutt’oggi pochissima letteratura e costituiscono quindi un momento di condivisione importantissimo.

Una doverosa precisazione: in questo volume sono utilizzati elementi della cultura cristiana a scopo formativo, ma non si intende trattare o sollevare in nessun modo questioni di carattere dottrinale, teologico o magisteriale di qualunque credo religioso, rimanendo sul piano dell’aspetto puramente spirituale.

di Roberto Cetera