Aperti allo stupore
pronti ad andare controcorrente

 Aperti  allo stupore pronti ad andare controcorrente Aperti allo stupore pronti ad andare ...
06 aprile 2021

«Le donne pensavano di trovare la salma da ungere, invece hanno trovato una tomba vuota. Erano andate a piangere un morto, invece hanno ascoltato un annuncio di vita». L’incipit dell’omelia del Papa durante la veglia pasquale ci pone di fronte al fatto che nella vita c’è un’eccedenza, un “di più” che ci coglie sempre di sorpresa, se stiamo attenti, se siamo, per dirla più precisamente, vigilanti.

Veglia, vigilanza: se assumessimo questa postura di fronte allo spalancarsi quotidiano dello “spettacolo” della vita, allora ci renderemmo conto che aveva ragione Borges quando scriveva nel racconto L’attesa che: «Non c’è un giorno, neppure di carcere o d’ospedale, che non porti una sorpresa, che non sia, controluce, una rete di minime sorprese». L’intera omelia pronunciata dal Santo Padre nella celebrazione della notte di Pasqua è un invito a lasciarsi sorprendere dall’amore creativo di Dio che sempre «apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al “già visto”. Anche se tutto ti sembra perduto, per favore apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà».

Ai pensieri delle donne, Gesù è una salma da ungere, un amico morto da ricordare, Dio risponde con la vittoria della vita sulla morte, con l’annuncio della notizia più buona, bella, vera che si possa immaginare. La verità è che, come dice da otto anni Papa Francesco e ha ripetuto nell’omelia: «Egli ci precede sempre: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce. E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza». Gesù Cristo sempre è primo, dice il Papa, ci primerea, ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui sta già aspettando. È il contrario di quello che spesso gli uomini finiscono per fare: lottare per primeggiare e poi non aspettare gli altri che restano indietro ma li schiacciano, li sfruttano o li scartano per sete di dominio. Invece Gesù è compagno di strada, passeggia con te e se il suo passo è più lungo e ti sopravanza lui si ferma e ti aspetta, è pronto a scommettere su di te, anche se hai fallito al primo tentativo, «cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo, nella prova che stai attraversando, nei sogni che ti porti dentro». Forse quando pensi e ti lasci prendere dalle tue elucubrazioni, ti guarda un po’ stupito, con amore, (“L’uomo pensa, Dio ride”, recita un antico detto ebraico) perché sa, e te lo dice, che “la realtà supera sempre l’idea”, ma è sempre pronto a incoraggiarti a dirti di non aver paura, di mantenere quello spirito dei bambini sempre aperti allo stupore. Una poetessa americana Mary Oliver ha intuito che il segreto della vita è racchiuso in questo senso della vigilanza e della meraviglia e nella sua poesia Istruzioni per vivere la vita raccomanda tre atteggiamenti: «Fa’ attenzione / Stupisciti / Raccontalo». È quello che accade al sepolcro alle donne che camminavano appesantite dai loro pensieri di morte: sono travolte dallo stupore e di quell’esperienza straordinaria ne fanno subito racconto. E così aprono “nuove vie”, vanno controcorrente, così come faranno i discepoli di Emmaus che torneranno di corsa a Gerusalemme, così come avevano fatto i Magi all’inizio del Vangelo, tornando nel loro paese “per un’altra strada”. Se è vero che le vie del Signore non sono le nostre vie, così deve essere per il cristiano rispetto alle vie del mondo, che sono quelle della rassegnazione, del “rimpianto” e del “già visto”, sono quelle di chi, in cerca di alibi, pensa che il mondo non cambia e non potrà cambiare mai. Non così il cristiano che apre il suo cuore con stupore all’annuncio della Pasqua e quindi viene sospinto quasi naturalmente ad andare controcorrente.

Non sorprende allora che la mattina dopo quell’omelia della veglia pasquale, Papa Francesco abbia pronunciato, nel messaggio Urbi et Orbi, le parole che hanno colpito l’attenzione di tutto il mondo sullo scandalo di una società che, nel mezzo della pandemia che sta distruggendo vite umane ed economie di interi Paesi, invece di impegnarsi nella condivisione dei vaccini, continui spendere somme di danaro elevatissime per l’aumento degli arsenali militari. No, di questo non ci si può stupire.

di Andrea Monda