Un’antica e gioiosa festa di popolo

Risurrezione
a Piazza Navona

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03 aprile 2021

Piazza Navona, gioiello d’architettura ed arte barocca, in special modo a partire dall’età moderna era uno degli spazi privilegiati della città di Roma in cui si tenavano balli, feste, battaglie navali e manifestazioni di ogni genere. Tale piazza raggiungerà intorno al xvii secolo il suo massimo splendore, in quanto divenne il quartier generale della potente e nobile famiglia Pamphilij che provvederà a dotarla degli imponenti edifici e strutture che ancor oggi la caratterizzano. Lo stesso Innocenzo X, pontefice della suddetta nobile famiglia, volle alla sua morte essere qui sepolto, nella rinnovata chiesa di S. Agnese in Agone, riedificata proprio dai Pamphilij su progetto di Francesco Borromini.

Oltre alla suddetta chiesa di S. Agnese, affacciava direttamente sulla piazza anche la chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli, oggi chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore. Quest’ultima, fino agli inizi dell’800, era la chiesa della nazione spagnola a Roma, e proprio qui aveva sede la Compagnia della Resurrezione. Tale confraternita, a partire dalla fine del ‘500 circa, iniziò qui ad organizzare grandi festeggiamenti in onore della Pasqua. Solitamente, i festeggiamenti comprendevano una solenne processione che sfilava lungo il perimetro della piazza, recando il SS. Sacramento tra spettacolari macchine da fuoco, lumi, musica, archi mobili, secondo un tipico gusto dei costumi di Spagna. Un’intera piazza, dunque, che per l’occasione si trasformava in un grande palcoscenico in cui esplodeva la gioia per l’avvenuta resurrezione del Redentore, dopo il periodo penitenziale della Quaresima.

Si può avere un’idea di ciò da alcune incisioni pervenutaci. In una realizzata nel 1589, è possibile scorgere una visuale aerea della piazza; lungo i lati, adiacente ai palazzi, si nota la solenne processione con il baldacchino del Ss. Sacramento; assiepate lungo i bordi della piazza, folle numerose assistono alla manifestazione, con macchine pirotecniche raffigurate nell’atto di esplodere, alcune addirittura sospese in aria attaccate a dei fili. Se ne può notare una con la forma del demonio, pronta ad esplodere e a scomparire di fronte alla potenza della Resurrezione di Cristo.

In un’altra incisione, invece, è raffigurata la festa tenutasi nell’anno 1650 con apparati di Carlo Rainaldi. Michele Rak, in un suo lavoro dedicato a piazza Navona, così descrive la manifestazione del 1650: «Le due fontane vengono rinchiuse in arconi di marmi finti con palchi per i cori. In mezzo alla piazza viene costruito un castello di legno, intorno all’obelisco della fontana, coperto di tele dipinte e con quattro torri con palchi per i musici. Altre due guglie dipinte sono macchine per i fuochi. La piazza viene cintata con archi di legno e con lumi». È possibile vedere dall’incisione il recinto ligneo costituito da pali che andavano a formare aperture rettangolari lungo tutta la piazza così come, alle due estremità opposte della piazza, due strutture a metà tra un tempio e un baldacchino coronate da una cupola la cui forma richiama quella di una corona regale, verosimilmente la corona di Spagna.

Venticinque anni dopo, questa tradizione del trionfo pasquale è ancora documentata e molto probabilmente perdurerà per buona parte del ‘700/’800.

di Andrea Fratini