Il cardinale Baldisseri tra arte e preghiera

Dall’uomo in croce
a quello di oggi

Fabio Calvetti, «Gesù incontra la madre» (2019)
02 aprile 2021

Quando la preghiera incrocia l’arte e la poesia, diventa strada privilegiata dell’incontro con Dio. Sono state quattordici tele di altrettanti autori contemporanei a ispirare il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale emerito del Sinodo dei vescovi, per le meditazioni della Via Crucis, agile libretto concepito come sussidio nella pratica del tradizionale esercizio quaresimale, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana (Città del Vaticano, 2021, pagine 68, euro 8). La bellezza di quattordici quadri è stata tradotta dal cardinale nel commento alle tradizionali Stazioni della Via dolorosa, che vengono presentate non solo a partire dal racconto evangelico e dal riferimento biblico corrispondente, ma anche e soprattutto dalla scena così come appare nella singola tela presa in considerazione .

Le opere che hanno ispirato Baldisseri arricchiscono la Cappella dei Santi Ippolito e Cassiano, alla Badia di Carigi–Montefoscoli, presso Palaia (Pisa), cuore di Casa Ilaria, un luogo speciale dove, in un clima fortemente spirituale, si promuove il benessere e la qualità della vita di persone con disabilità, povertà o emarginazione sociale.

Sono quattordici gli artisti contemporanei, tutti toscani di nascita o di adozione, ad aver realizzato tra il 2018 e il 2019, le pregiate opere. Li ricordiamo in ordine di pubblicazione: Antonio Biancalani, Paolo Nuti, Claudio Cionini, Fabio Calvetti, Mario Madiai, Massimo Cantini, Graziano Guiso, Franco Mauro Franchi, Ilaria Leganza, Elio De Luca, Riccardo Luchini, Gabriele Novelli, Stefania Valentini e Giuliano Giuggioli. I commenti a ogni lavoro sono del critico d’arte Riccardo Ferrucci, mentre le foto sono di Nicola Gronchi. Filippo Lotti ha invece assicurato la consulenza artistica. L’introduzione è stata curata da Maurizio Gronchi, ordinario di Cristologia all’Urbaniana, che sottolinea come «Gesù ci viene da subito presentato come l’innocente, ingiustamente condannato, che tuttavia si lascia prendere, senza resistenza, e trasforma la cattura in offerta».

È poi lo stesso cardinale Baldisseri, nella prefazione, a svelarci un ricordo d’infanzia, collegato in qualche modo all’ideazione di quest’opera. Sin da piccolo, egli ha sempre amato il treno, che «sfreccia, si infila nelle campagne, entra nel cuore delle città e mi fa sognare». È difficile non leggere in queste righe il cuore più profondo di Baldisseri, che con gli occhi di incanto di quando era ragazzo, associa a quelli in treno un viaggio più impegnativo: quello della vita di fede. Anche nella Via Crucis, come su un treno «che si ferma alle stazioni per far salire e scendere i passeggeri», non sono pochi i personaggi evangelici che affollano i vagoni a ogni fermata: Pilato, i soldati, la Vergine Maria, Simone di Cirene, la Veronica, le donne di Gerusalemme, due ladroni, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, tanta altra gente intorno.

A tratteggiare questi incontri, queste salite a bordo della Via dolorosa, i pittori «alzano il pennello e lo intingono nel cuore di chi non ha pane, di chi non ha lavoro, di chi è emarginato, di chi è solo, di chi è martoriato nel corpo, di chi ha le stimmate nell’anima, di chi è curvo sotto il peso degli anni, di chi ha subìto ingiustizie, di chi è straniero, di chi è senza speranza» racconta Baldisseri.

«Un’opera d’arte, quella degli autori, non singola, ma a più mani — precisa il cardinale — che non è autorevole solo per le firme, ma è pregevole per quello che esprime nell’insieme; la diversità dello stile, la qualità, le abilità creative dei singoli artisti permettono di avere un’opera di alto livello artistico e di ispirazione spirituale. Che mi ha dato un imput, una ispirazione molto forte. Con la mia riflessione ho voluto approfondire, aggiungendo qualcosa di mio, quanto ciascun autore ha sentito e trasmesso».

Così, partendo da queste opere, così dissimili tra loro, ecco scaturire delle meditazioni che partono dall’Uomo della croce per arrivare all’uomo d’oggi, con frequenti richiami all’attualità, dal magistero di Papa Francesco al dramma della pandemia da covid-19, della quale si trovano riferimenti nelle Stazioni quinta, nona e decima. Alte e poetiche, come è nello stile e nell’animo nobile di Baldisseri, prete e cardinale ma anche artista e musicista. E proprio l’animo del musicista emerge forte quando l’autore paragona i quadri a «una bella sinfonia, nelle quali le parti distinte e qualificanti formano una splendida composizione di suoni che toccano poi i sentimenti più profondi dell’uomo».

«Contemplando questi quadri — conclude — ho avuto in mano uno strumento che mi ha spinto a esprimere attraverso le mie parole, i sentimenti suscitati, per formare un’armonia che non è prodotta solo da un suono, ma da molti suoni che esprimono la bellezza e il sentimento profondo dei pensieri che si custodiscono nell’anima, e se coltivati e ci fanno star bene, rendendoci felici».

di Francesco Marruncheddu