Dopo le azioni terroristiche che hanno segnato la regione settentrionale di Cabo Delgado

Lisbona invia truppe
per far fronte alla crisi
in Mozambico

People wait for friends and relatives as a ship carrying more than 1,000 people fleeing an attack ...
01 aprile 2021

Il Portogallo invierà le sue truppe in Mozambico per far fronte alla crisi ora in atto nel nord del Paese. L’annuncio è stato fatto dal ministro degli Esteri di Lisbona Augusto Santos Silva, il quale ha specificato anche le modalità e il numero dei soldati che verranno impegnati nel Paese africano, riporta «Africanews».

Il numero di soldati dovrebbe essere intorno ai sessanta elementi presi dai reparti speciali e saranno inviati durante la prima metà di aprile. Il loro compito sarà quello di addestrare le truppe locali per far fronte alla crescente minaccia terroristica che affligge la regione settentrionale di Cabo Delgado ormai da mesi. È probabile che il governo portoghese stesse pianificando un intervento simile o comunque un’azione nel nord della sua ex colonia già da tempo, visto che Santos Silva ha precisato come i preparativi siano alle fasi finali.

Il sostegno portoghese giunge in un momento in cui la regione di Cabo Delgado si sta trasformando in una vera e propria polveriera per Maputo. La regione è martoriata dal terrorismo di matrice islamica, dal covid e nelle settimane scorse anche da inondazioni. Tutti e tre questi eventi hanno causato un’ondata di migrazione interna che rischia di creare l’ennesima grave crisi umanitaria in Africa. Il problema più urgente al momento è quello del terrorismo islamista; il gruppo al-Shabaab, omonimo con il gruppo terroristico somalo, è affiliato al sedicente stato islamico (Is) e negli ultimi giorni ha preso la città di Palma dove si trova un importante centro di estrazione petrolifera.

È l’ultimo atto di un’escalation di violenza che, secondo la testata «All Africa», è iniziata nel 2017 ed ha avuto una recrudescenza a partire da ottobre. La presa di Palma ha causato una fuga di massa dalla città, che si trova vicino al confine con la Tanzania, verso la capitale della regione Pemba, circa duecento chilometri a sud. I profughi sono migliaia e si aggiungono a quelli già presenti lì a causa dei monsoni del mese scorso. Il rischio più grande ed immediato è che tra gli sfollati possano crearsi dei focolai di covid o altre malattie, viste le precarie condizioni igieniche in cui vivono. Secondo l’agenzia France 24 ad oggi gli sfollati a causa dell’insorgenza del gruppo al-Shabaab sarebbero circa settecentomila sparsi in tutta la regione. Proprio per l’accumularsi di tutte queste crisi, l’azione del Portogallo è stata giudicata in ritardo dal direttore dell’ufficio per l’Africa meridionale della ong Human Rights Watch, Dewa Mavhinga. Secondo Mavhinga, l’unica soluzione per risolvere questa crisi è un intervento organico da parte di tutti della comunità internazionale ed ha auspicato l’intervento anche da parte dell’Unione africana.

L’attività del gruppo terroristico è sotto l’attenzione non solo dei Paesi europei, il giacimento di estrazione petrolifera appartiene alla compagnia francese Total, ma anche dagli Stati Uniti.

Sempre secondo la testata «All Africa», lunedì il portavoce del Pentagono John Kirby ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero dato il supporto necessario al Mozambico per sconfiggere il terrorismo islamico nel Paese. Due anni fa gli Usa hanno dichiarato il leader di al-Shabaab Abu Yasir Assan terrorista globale.

di Cosimo Graziani