DONNE CHIESA MONDO

La piccola storia

Il filo della provvidenza

Maria Domenica Mazzarello, cofondatrice con Don Bosco delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
03 aprile 2021

Il coraggio di tre suore, un asilo e una scuola di ricamo in Calabria


Il 16 dicembre 1918 – è il primo, devastato dopoguerra – tre suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, si ritrovano, in un remoto paesino calabrese, Satriano, davanti alle ampie rovine di un ex-convento dei Francescani, che una delibera comunale, nell’agosto del 1917, ha destinato a asilo infantile, per «venire in aiuto alle famiglie dei numerosi richiamati alle armi». La casa è «mancante di tutto», annota subito la direttrice suor Leontina Macchi, «ma godiamo nel provare i disagi della religiosa povertà, e nel toccare con mano i tratti amorosi della Divina Provvidenza». Diventerà infatti un importante presidio religioso e formativo della regione; nel centenario, uno storico, Giulio De Loiro, ha raccolto il diario delle direttrici della Casa di Satriano, traendone un saggio di piccola storia di grande interesse: ora ravvivato da don Mimmo Battaglia - il “vescovo di strada” nato a Satriano, chiamato da papa Bergoglio all’Arcivescovado di Napoli – che ha sempre testimoniato la “materna” presenza delle suore nel suo percorso vocazionale.

Arrivarono dunque le tre suore in trenino a Soverato, e poi su per i tornanti a Satriano, che si avvita sul monte su stradicciole concepite per gli asini; ma questa antica conformazione consente a ogni giro di ritrovare il Golfo di Squillace, a scintillare di lontano. Proprio nella prima ansa della cittadina, un alto contrafforte proteggeva e conteneva il fatiscente convento; ma l’avvocato Giacinto Galateria, cui l’asilo sarà intitolato, ha intanto ottenuto dalla Provincia un congruo contributo per la ristrutturazione, e dall’Ispettoria delle Figlie di Maria Ausiliatrice l’impegno a gestire l’asilo (la prima Casa, nel sud, risale appena al 1907). Il 21 dicembre l’asilo apre, offrendo una semplice refezione di pane e latte, offerta del medico condotto; la Croce Rossa americana invia pacchi di vestiario. La direttrice ottiene dal sindaco una retta trimestrale, e già il 4 aprile apre un laboratorio di taglio e cucito - la frequenza il primo mese è limitata, annota la superiora, perché «le ragazze del paese sono impegnate nella coltivazione del baco da seta».

A causa di un ritardo postale, l’ispettrice, suor Felicina Fanoia, arriva, il 29 giugno, inattesa, e a piedi, per quei tornanti che si diceva; non può far altro che “infondere coraggio”: ma è stato aperto l’oratorio e la scuola materna ha ottenuto il riconoscimento statale. Aiuti privati garantiscono «macchine e telai per il laboratorio popolare» e, desideratissimi, per la Chiesa, un armonium e il quadro con l’immagine di Maria Ausiliatrice. L’8 luglio del 1920 un fotografo salesiano ritrae la prima foto ufficiale della casa, con le suore e i bambini, che sono 80, e altrettante le oratoriane; le ragazze del laboratorio, sempre prese dal lavoro nei campi, oscillano tra 20 e 30. Lo statuto dell’asilo pretende, tra i rappresentanti del Comune, la presenza di una donna.

Le cronache proseguono, tra furti nel pollaio, l’apertura di una scuola di musica, la nuova presidenza, alla scomparsa di Giacinto, del nipote Raffaele; sono gli anni del Fascismo e dello Scudo Crociato. I diari parlano perlopiù della guerra – una bomba alleata cade sulla Chiesa, ma (quasi un miracolo) a messa finita - e poi dei disagi del secondo dopoguerra, quando a tratti non si può fornire il pranzo del mezzogiorno. Inizia l’emigrazione, e lo spopolamento del paese, ma il laboratorio di ricamo (richiestissimo per i corredi matrimoniali) diventa, per le ragazze, una preziosa risorsa. Le madri superiore, ogni sei anni, ruotano, e così le religiose: ma suor Maria Fristachi, che dirige dal 1963 il corso di ricamo, resterà nell’asilo fino al 2000. Da quell’anno, le F.M.A. hanno trasferito il fruscio della loro soprannaturale e industriosa serenità nella casa di Soverato, retta oggi con ferma letizia da suor Ausilia De Siena; suor Maria Fristachi vi ha compiuto cent’anni.

di Daria Galateria
Saggista, ha scritto «L’etichetta alla corte di Versailles», Sellerio