Nell’ultimo romanzo di Calaciura

Tra prima e poi

Galeotti_30_x.jpg
30 marzo 2021

Turba e affascina, Io sono Gesù (Palermo, Sellerio 2021) di Giosuè Calaciura, romanzo che racconta dall’inizio («Sono nato a Betlemme, trent’anni fa») la storia di un giovane povero, viandante, inquieto, ultimo. Un giovane che non sa. Con delicatezza, curiosità e rispetto Calaciura lo accompagna fino a pochi attimi prima che davvero sappia.

Non è certo la prima volta che la letteratura si accosta al Gesù vero uomo e se anche narrazioni importanti sono state scritte, qui Calaciura aggiunge pagine preziose con la storia di un giovane che parte alla ricerca di suo padre (quale padre?). Che a fatica si scopre uomo in divenire, che sperimenta, soffre e gioisce e soffre di nuovo camminando sul crinale della frontiera. Che forse è tutte le frontiere, di ogni istante della vita del mondo. Gesù osserva, coglie ma non subito capisce; la sola cosa che questo adolescente ultimo e inquieto sembra presto comprendere è di stare sul bordo del crinale tra un mondo e l’altro. Tra prima e poi.

È un romanzo in dialogo costante con il lettore Io sono Gesù, con il suo credere e non credere, con il suo sguardo sulla storia e sulla vita. Conviene leggerlo scegliendo di affidarsi all’autore, senza sapere dove andrà a parare, nella misteriosa indecisione se leggerlo da prima o da poi. Per me, se leggerlo da figlia o da madre. O semplicemente da entrambe, perché questo richiede, in fondo, il mistero dell’incarnazione.

Sullo sfondo del romanzo — vista e ascoltata dallo sguardo del suo giovane e come inconsapevole figlio — c’è Maria. E, davvero, la Maria di Calaciura è diversa da tutte le Marie raccontate prima. Oltre a lei, c’è il futuro traditore, qui salvato e che a sua volta salva prima di tradire. Perché siamo tutti un coacervo di bene e male? O per rendere ancora più dolorosa la ferita che infliggerà?

È un romanzo sull’aver bisogno degli altri, Io sono Gesù. Un romanzo sul dolore, la vita; sulla carne lacerata dalla povertà e dalla violenza; sull’anima in ricerca, che annaspa, trova conforto e lo perde. Un romanzo di abbandono e di rifiuto; di un padre cercato e di una domanda («Perché mi hai abbandonato?») che precede la morte. È il romanzo di un uomo che finirà crocifisso, uno tra le infinite vittime di questo mondo. Un crocifisso, però, che è Dio.

Calaciura scrive una storia raccontata prima che sia accaduta. E la scrive benissimo. Io sono Gesù è una delle cose più spirituali che abbiamo letto negli ultimi tempi.

di Giulia Galeotti