Meditazione sulla Croce
Pagine di Fëdor Dostoevskij

La seduzione della Fede

Matthias Grünewald, «Crocifissione» (1512-1516, particolare); Nel testo: Fëdor Dostoevskij
30 marzo 2021

Selezione dei testi e traduzioni dal russo di Lucio Coco.

1. Attraverso la croce


Senza sofferenza non capirai neppure la felicità. L’ideale passa attraverso la sofferenza, come l’oro attraverso il fuoco. Il regno dei cieli si ottiene con lo sforzo (Lettera del 29 agosto 1870).

2. La sentenza di morte


Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Matteo 27, 26).

«No, no si può
trattare così un uomo»


Uccidere per un’uccisione è una punizione incommensurabilmente più grande del delitto stesso. L’omicidio su sentenza è incommensurabilmente più terribile dell’omicidio del brigante. Colui che viene ucciso dai banditi viene fatto a pezzi di notte, in un bosco o altrove e, certamente, ancora spera che si salverà, fino all’ultimo momento. Ci sono esempi di chi aveva già la gola tagliata e ancora sperava o correva o pregava. Qui però quest’ultima speranza, con cui morire è dieci volte più lieve, viene tolta con certezza. Qui c’è una sentenza, e nel fatto che certamente non potrai sfuggire sta tutto il terribile tormento, e non c’è niente al mondo più forte di questo tormento. (...) Forse c’è anche una persona a cui è stata letta la sentenza, le è stato dato il tempo di tormentarsi, e poi le è stato detto: “Vattene, sei perdonato”. Ecco, una tale persona forse potrebbe raccontarlo. Anche Cristo ha parlato di questo tormento, di questo orrore. No, non si può trattare così un uomo! (L’idiota).

3. La crocifissione


Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa “Luogo del cranio”, e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero
(Marco 15, 22-24).

«Di nuovo sono distese
quelle braccia divine »


Forse non per voi è assurto sulla croce il Signore /
e ha dato alla morte la sua santa carne? /
Guardate tutti, egli è crocifisso anche ora, /
e di nuovo scorre il suo sangue santo. /
Ma dov’è il giudeo che crocifigge ora, /
che tradisce di nuovo l’Eterno Amore? /
Di nuovo è schernito, di nuovo prova paura e angoscia,/
di nuovo gli occhi piangono con lacrime dolorose, /
di nuovo sono distese quelle braccia divine /
e il cielo si fa buio per un tempesta spaventosa. /
Questo è il tormento dei nostri fratelli della stessa fede /
e il gemito delle chiese in persecuzioni senza precedenti (Versi).

4. Gesù in croce, deriso e insultato


Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!»
(Matteo 27, 39-40).

«Credi liberamente»


La piena libertà di religione e libertà di coscienza è l’anima dell’attuale cristianesimo. Credi liberamente — ecco la nostra formula. Il Signore non scese dalla croce per far credere con la forza per mezzo di un miracolo esteriore, ma voleva proprio la libertà della coscienza. Ecco l’anima del popolo e del cristianesimo. Se ci sono deviazioni allora piangiamo per esse (Quaderni 1880-1881).

5. Il buon ladrone


E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel Paradiso»
(Luca 23, 42-43).

«Tre croci»


«Ascolta», [disse] Kirillov, fermandosi e guardando innanzi a sé con uno sguardo fisso e frenetico. «Ascolta una grande idea: c’era sulla terra un giorno in cui in mezzo alla terra c’erano tre croci. Uno sulla croce credeva a tal punto che disse all’altro: “Oggi sarai con me in paradiso”. Il giorno terminò, entrambi morirono, andarono e non trovarono né paradiso, né risurrezione. Non si avverò quanto detto. Ascolta: quell’uomo era il più alto di tutta la terra, costituiva ciò per cui essa doveva vivere. Tutto il pianeta, con tutto ciò che c’è su di esso, senza quell’uomo non è che una follia. Né prima né dopo c’è stato un uomo simile a “Lui”, un fatto che ha del miracoloso. Ed è un miracolo che non ci sia stato e che mai ci sarà uno simile. E se è così, se le leggi della natura non hanno risparmiato neppure “Quello”, se non hanno risparmiato neanche il proprio miracolo, e hanno costretto anche “Lui” a vivere nella menzogna e a morire per la menzogna, ciò vuol dire che tutto il pianeta è menzogna e che si tiene sulla menzogna e su una stupida beffa. Quindi le stesse leggi del pianeta sono una menzogna e un diabolico vaudeville. Perché mai vivere, rispondi, se sei un uomo? (I demoni).

6. Gesù muore in croce


Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò
(Luca 23, 46).

«Un pensiero a Dio»


Cristo morì sulla croce con un pensiero a Dio, uno schiaffo al mondo (Materiali preparatori a «I demoni»).

7. La deposizione


Giuseppe di Arimatea, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia (Marco 15, 46)
.

I segni del supplizio


Nel quadro era rappresentato Cristo appena deposto dalla croce. (…) Nel dipinto il volto è terribilmente rovinato dai colpi, tumido, con orribili, gonfie e sanguinanti ecchimosi, gli occhi sono aperti, le pupille sono storte, il grande e spalancato bianco degli occhi brilla di un riflesso vitreo, cadaverico. Ma è strano che, quando guardi quel corpo straziato, sorge una domanda curiosa e particolare: se quello era proprio il corpo (e doveva essere certamente quello) che vide ogni suo discepolo, anzitutto i suoi futuri apostoli, che videro le donne che lo avevano seguito ed erano state presso la croce, tutti coloro che credevano in lui e lo adoravano, in che modo costoro potevano credere, guardando a quel cadavere, che quel martire sarebbe risorto? Viene spontaneo il pensiero che se la morte è così terribile e se sono così forti le leggi della natura, come è possibile vincerle? Come sconfiggerle se non le ha battute neanche colui che aveva superato anche la natura durante la sua vita, che l’aveva sottomessa, colui che aveva esclamato: «Talità kum!» e la fanciulla si era alzata; «Lazzaro, vieni fuori!» e il morto era risuscitato? (L’idiota).

8. La discesa agli inferi


Cristo, messo a morte nel corpo ma reso vivo nello spirito, (...) andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere
(Prima lettera di Pietro 3, 18-20).

Nel regno dei morti


Non so, mio caro, dipende da voi, perché voi, qui da noi... Vedete, signore, quando il Figlio di Dio fu messo in croce e morì, scese dalla croce e andò direttamente all’inferno a liberare tutti i peccatori che subivano tormenti. E l’inferno si lagnava perché pensava che adesso non vi sarebbe andato più nessuno, nessun peccatore. Allora il Signore disse all’inferno: «Non lamentarti, inferno, perché verranno qui da te tutti i signori, i governanti, i giudici e i ricconi, e sarai pieno di peccatori allo stesso modo, com’è stato nei secoli dei secoli, fino al giorno del mio ritorno». Certo, disse proprio queste parole (I fratelli Karamazov).

9. Il miracolo della risurrezione


Il miracolo della risurrezione è stato fatto apposta perché in seguito seducesse, però bisogna credere, poiché questa seduzione (smetti di credere) sarà anche la misura della fede (Quaderni 1860-1862).