VIA CRUCIS
Sguardi che si in-Crociano negli ambienti di un ospedale

La missione di Federica, dottoressa

Marko Ivan Rupnik, Via Crucis Mengore - Slovenia
26 marzo 2021

XI stazione Gesù è inchiodato sulla croce


Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». (Gv 19, 16a.19)

Non so quanti malati ho curato, ho perso presto il conto.

So però che ogni persona ha una sua storia, che si è legata alla mia. Di alcuni ricordo il nome, i volti, le ultime parole; o i sorrisi, gli abbracci, quando la malattia è stata vinta.

E ancora oggi, quando entro in una stanza del mio reparto, sento forte l’invito a non abituarmi, a non pensare di essere di fronte ad “uno dei tanti”, ma a curare l’uomo o la donna che ho davanti come fossero gli unici al mondo.

Ricordo quando presi in cura il direttore dell’ospedale, Paolo, un anno fa. Fu una sfida, quello di trattarlo come tutti, nel bene e nel male. E, insieme, abbiamo imparato molto.

Ma oggi, quando ho visitato la signora Luisa, non sono riuscita a dirle tutto, ho ritenuto opportuno lasciarla con un sorriso, pur sapendo che ha poche ore di vita. Pur sapendo che lei lo ha già capito meglio di me.

Incontrando i familiari, ho guardato la nipote Chiara, più o meno venticinquenne. Le ho detto: «La nonna è forte, sta lottando… ora tocca a te starle accanto e dirle quanto le vuoi bene».

Quella donna “inchiodata” alla croce del suo letto, mi ha testimoniato quanto l’esistenza sia piena quando si vive d’amore. L’ho visto nei suoi occhi. L’ho visto negli occhi lucidi di Chiara.

Ancora una volta, da medico, mi sono fatta “paziente”, curata dalla luce che sprigiona in alcuni malati speciali. Come Luisa.

Signore, che al ladrone pentito facesti la grazia di passare dalla Croce alla gloria del tuo regno, ricevi l’umile confessione delle nostre colpe e nell’ora della morte apri a noi le porte del paradiso. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Paolo Ricciardi
vescovo ausiliare di Roma


I versi di Daniele Mencarelli