#QuarantaGiorni
Tracce di riflessione lungo il cammino quaresimale

La riscoperta
della dimensione mistica
della vita di fede

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25 marzo 2021

Nelle settimane di preparazione alla Pasqua tutta la Chiesa ci invita a fare “deserto”. «Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa — scrive Francesco nel suo Messaggio per la Quaresima 2021 — la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore». «Ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza», prosegue il testo, con un riferimento esplicito a Matteo 6, 6 e a quell’indicazione di Gesù sulla preghiera nascosta da svolgersi, nella propria camera, con la porta chiusa.

La categoria del silenzio è ricorrente nel magistero di Francesco che otto anni fa, nel giorno della sua elezione al Soglio pontificio, sorprese i fedeli chiedendo loro di pregare il Signore perché benedicesse il suo Vescovo. «Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me», furono le sue parole prima di quell’irreale istante in cui la piazza tacque, forse il più intenso di quel giorno memorabile. E ancora, nella catechesi all’udienza generale del 15 novembre 2017, il Papa affermava che pregare non è «parlare a Dio come fanno i pappagalli» ma «fidarsi di Dio e aprirgli il cuore per lasciarsi meravigliare». Ma si potrebbero trovare molte citazioni simili.

Eppure la Chiesa non insegna a pregare in silenzio. Fin dal catechismo per la prima comunione ai più giovani non vengono spiegate le tecniche della meditazione e della contemplazione silenziosa. Ci insegnano a recitare le preghiere, a seguire la Liturgia delle Ore, a partecipare alla Santa Messa, a cantare le nostre Lodi al Signore. Ma non a fare silenzio nel nostro cuore per ascoltare la voce di Dio e poter essere “docili allo Spirito”.

«Non siamo più nella cristianità», ricordava Francesco alla Curia nel dicembre 2019. Forse quel cambiamento di mentalità pastorale che il Papa chiedeva allora parte anche dalla riscoperta della dimensione mistica della nostra vita di fede. C’è una preziosa tradizione patristica cristiana da riscoprire per rispondere a quella sete di silenzio sempre più diffusa. Ma serve un’educazione, servono luoghi e occasioni per imparare a realizzare quel deserto interiore a cui ci invita questo tempo liturgico.

di Fabio Colagrande