Un dono che esige
La giornata mondiale dell’acqua si celebra oggi col tema «Il valore dell’acqua». L’acqua plasma la storia: agricoltura, commercio, urbanistica, cultura. Le sponde di grandi fiumi videro sbocciare sofisticate civiltà, alcune delle quali ebbero un particolare attaccamento spirituale nei confronti del fiume (si pensi al Nilo e al Gange). Capitali e antiche città sorgono vicino a un fiume. Acquedotti e serbatoi sono tra i lasciti archeologici più affascinanti. Anche la legge si interessa al liquido insostituibile: ne parla già il Codice di Hammurabi, e l’Unesco ha dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità alcuni tribunali spagnoli sviluppatisi dal nono secolo, che dirimono dispute concernenti l’irrigazione. L’acqua ha anche un valore istituzionale, sociale e per la pace, ricorda il documento Aqua fons vitae pubblicato un anno fa. I ponti sono speciali punti di incontro, poiché simboleggiano il desiderio di collegamenti laddove i flutti predisposero una separazione fisica alla quale può sovrapporsi una separazione politica. L’acqua pare dividere le terre — i “rivali” non sono forse quelli dell’altra riva — come per darci un’occasione per dimostrare e consolidare la determinazione a collaborare. A tal riguardo, riscopriamo nell’etimologia di “Pontefice” il concetto “ponte”. Altri punti di incontro sono i pozzi: quelli dell’Antico Testamento e quello di Giacobbe nel Vangelo di Giovanni, e in un certo senso lo è ancora una qualsiasi fontanella pubblica. Quest’ultima è un esempio del fatto che l’amministrazione annoveri tra i suoi mandati quello di rendere l’acqua accessibile a tutti.
Nella Fratelli tutti, poi, Papa Francesco ha osservato che «se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando all’umanità, è perché ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sé stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciò è meravigliosamente umano». Spesso invece prevale una visione utilitaristica, di corto termine: all’acqua viene riconosciuto un valore se e quando è funzionale al proprio tornaconto, mentre l’acqua rimanente può essere negligentemente sprecata o inquinata. In una visione commerciale, l’
Circa due miliardi di persone non hanno un accesso adeguato all’acqua potabile e/o ai servizi igienici, circa 1/5 dei centri sanitari non dispone di adeguati servizi igienici: manca una forte volontà politica sul tema. È «un’immane vergogna per l’umanità del
Quale posto e valore ha allora l’acqua nel nostro immaginario, nella nostra storia personale e memoria collettiva? L’acqua è vettore di infinite metafore e fonte di ispirazione. Di là delle opere di pittori e scrittori ispirate dall’acqua e che possono averci commosso, di là da benedizioni e liturgie — come quelle del battesimo o dell’immersione del cero pasquale nell’acqua — quale valore le attribuiamo? Abbiamo la capacità di contemplare e prendere il tempo di meravigliarci innanzi all’acqua, invece di darla per scontata? Abbiamo la concezione dell’acqua come un dono? Un dono che esige però responsabilità comune e solidarietà. Un bene a destinazione universale, per l’intera generazione, per tutte le generazioni: non è solamente una questione di volume e qualità, ma anche di visione (la convinzione che l’acqua sia davvero destinata a tutti) e di organizzazione (adoperarsi affinché così avvenga).
Definire il valore dell’acqua influenza il modo in cui la si usa. Impegniamoci per definire e per educare al valore giusto.
di Tebaldo Vinciguerra
Officiale del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale