Riprendono in forma digitale i Giovedi dei Musei Vaticani

La Bellezza necessaria

(metà del II secolo dopo Cristo) replica di un bronzo eseguito tra il 330 e il 320 avanti Cristo da Leochares, che lavorò al Mausoleo di Alicarnasso
20 marzo 2021

I Musei possono essere la linfa vitale di un periodo così complesso come quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo da un anno a questa parte.

Winckelmann vedeva nell’Apollo del Belvedere – uno dei capolavori delle collezioni artistiche vaticane – l’esempio supremo della nobile semplicità e quieta grandezza.

Nei momenti di incertezze, di inquietudini e di paure, sono le cose semplici e quelle belle che ci aiutano.

La semplicità delle forme è un linguaggio che universalmente viene riconosciuto e la grandezza della Bellezza è ugualmente e immediatamente percepibile.

I nostri corpi hanno il bisogno fisiologico di nutrirsi, ma senza dubbio anche lo spirito, l’anima e gli occhi hanno l’esigenza di essere alimentati; le persone inquiete, impaurite e sole hanno bisogno, ancora più di altre, di nutrirsi di Semplicità e di Bellezza.

Non è un caso che nel periodo del lockdown stretto dei mesi di marzo, aprile e maggio del 2020 gli accessi ai siti e ai social dei musei sono esplosi (ho sotto mano i dati incredibili dei Musei Vaticani, che hanno centuplicato due volte i loro accessi e contatti).

Ma il dato più sorprendente è stato quello che, appena si è potuto ritornare a visitare dal vero le meravigliose collezioni universali dei Musei del Papa – ed anche quelle di tanti altri musei italiani – gli accessi virtuali sono diminuiti drasticamente e le visite sono aumentate in maniera esponenziale, soprattutto quelle delle nuove generazioni.

Ho incontrato persone che nei mesi di apertura ogni settimana sono tornate ai Musei Vaticani, per approfittare di tanta Bellezza universale, per rigenerarsi e per alimentare la parte emotiva e spirituale del loro essere.

Nelle periodiche riunioni avute sulla piattaforma Zoom del Bizot Group (il consesso dei direttori delle maggiori istituzioni museali al mondo: Ermitage, British Museum, Prado, Uffizi, Louvre, Metropolitain, Getty, per citare solo alcuni dei membri) sconcertati e preoccupati avevamo inizialmente tutti convenuto che il grande vincitore della pandemia fosse il digitale.

Digitale che ci permetteva di confrontarci; digitale che offriva la possibilità di tour virtuali; digitale che permetteva mostre online, cataloghi ebook e di arrivare con dirette Instagram, Facebook e con YouTube a essere ancora presenti e vicini ai nostri followers-visitatori.

Andando avanti in questo anno complesso, fatto di chiusure, riaperture contingentate, richiusure, riaperture colorate e tanto altro, ci siamo pian piano resi conto che il digitale era molto utile, forse indispensabile, ma che nessuna fruizione digitale avrebbe mai sostituito una visita e una visione diretta di un’opera d’arte e di un luogo del museo.

Il museo avvolge, non è solo un’esperienza sensoriale: è una profonda e intima avventura fatta di empatia, costituita di sollecitazioni, di analisi e di euritmia.

Tale visione diretta non è sostituibile e mai sarà equiparabile alla visione della stessa opera attraverso un device digitale.

Riconoscere l’utilità e le potenzialità dell’uso dei mezzi digitali per la fruizione artistica è ben diverso dall’affermare che possano svolgere la stessa funzione e offrire in pari grado l’emozione, il trasporto e il profondo coinvolgimento della visione diretta di un’opera d’arte o di un luogo artistico.

Per questo, esorto e sollecito, a chi ancora non lo abbia compreso, di vivere – appena sarà possibile – l’esperienza reale del museo. Esorto a considerare i musei come luoghi di indispensabile pubblica utilità, alla stregua dei negozi di alimentari e dei supermercati, per il nutrimento delle nostre anime.

Per questo esorto a considerare il museo un bene indispensabile della società, assolutamente da fruire in sicurezza e contingentati (come è stato ottimamente organizzato nei Musei Vaticani e in tutti i musei italiani), ma da vivere.

Dal 15 marzo i Musei Vaticani sono, purtroppo, nuovamente chiusi al pubblico, ma non ci siamo fermati. Con il supporto del digitale, abbiamo deciso di proporre i nostri Giovedì dei Musei, gli incontri periodici di approfondimento su tante tematiche e progetti della vita dei Musei del Papa, in forma virtuale, in streaming e attraverso i nostri canali social.

Il primo degli incontri sarà giovedì 25 marzo con la presentazione del volume Preventive Conservation in major Museums. Comparisons, reflections and strategies, a cura di Vittoria Cimino, responsabile dell’Ufficio del Conservatore dei Musei Vaticani, e vedrà la presenza di Salvatore Settis, accademico dei Lincei, e di Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, con la partecipazione a distanza di tanti direttori dei grandi musei e di importanti studiosi che hanno contribuito al volume a seguito del convegno tenutosi il 12 ottobre del 2018 in Vaticano.

Un volume importante che ha permesso di confrontarsi su uno degli aspetti fondamentali della gestione dei fragili, quanto fortemente esposti, patrimoni dell’umanità raccolti in quegli scrigni di ricchezza che sono i grandi musei universali.

A due anni da quella giornata di studi che ha visto riunite nei Musei Vaticani tante illustri personalità del mondo museale, sebbene il mondo sia cambiato – e insieme anche i musei e sicuramente la loro fruizione in quest’epoca di pandemia globale – tanti sono gli aspetti positivi evidenziati da quell’incontro. In primis la consapevolezza della necessità di un piano integrato di conservazione, poi le tante strategie comuni e infine un rapporto diretto e di collaborazione amicale fra le grandi realtà museali mondiali.

A questo primo Giovedì dei Musei – grazie al sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums – ne seguiranno altri nel corso di questo 2021, dedicati agli importanti e rivelatori restauri del raffaellesco Salone di Costantino delle Stanze Vaticane, alle celebrazioni dantesche in Vaticano (con un itinerario del Poeta nelle universali collezioni dei Musei Vaticani) e ai restauri del Tesoro del Sancta Sanctorum del Laterano.

Ma anche all’ampio progetto di informatizzazione e digitalizzazione delle collezioni pontificie focalizzando su quello della Fototeca Storica dei Musei.

E, fra i tanti altri, quello volto a celebrare le collezioni vaticane di Giovanni Battista Piranesi, le cui iniziative commemorative sono state rimandate dallo scorso funesto anno.

di Barbara Jatta