Studenti, ma anche
un po’ insegnanti

 Studenti, ma anche un po’ insegnanti  QUO-060
15 marzo 2021

È noto che la didattica a distanza, imposta dal dilagare della pandemia, ha accentuato le difficoltà già esistenti tra gli studenti delle fasce sociali più deboli. Nelle periferie urbane e nelle province spesso la connessione è debole e precaria. Molte famiglie non hanno le risorse economiche per dotarsi di un secondo o terzo computer in casa. Soprattutto i più piccoli mancano di una preparazione di base all’uso delle piattaforme attraverso cui si svolge la didattica a distanza. Insomma una serie di ostacoli che rischiano di aggravare un fenomeno che purtroppo già vede l’Italia al fondo delle classifiche europee: quello della dispersione scolastica.

In molte scuole con la premura della responsabilità civile che gli compete, gli stessi dirigenti scolastici hanno messo in moto un circuito di sostegno e supporto ai ragazzi e alle famiglie. Racconta Maria Grazia Lancellotti, preside del liceo Orazio di Roma «anche nei giorni più bui del lockdown, quando la scuola era deserta, sono venuta ogni giorno a consegnare in comodato d’uso i computer della scuola alle famiglie che ne facevano richiesta: la scuola è, e deve sempre essere innanzitutto comunità».

L’aiuto agli studenti fragili e in difficoltà è divenuto così un progetto di volontariato per l’associazione Roma Best Practices Award. Mamma Roma e i suoi figli migliori, che da anni ormai promuove e premia le iniziative che tendono a rendere la capitale una città migliore, alla portata di tutti. Spiega Paolo Masini, che dell’associazione è presidente: «Con l’aiuto di alcune importanti aziende sponsor abbiamo acquistato un certo numero di computer che distribuiremo agli studenti che ne hanno bisogno, dietro segnalazione diretta dei dirigenti scolastici. Ma, credo, l’aspetto più bello di questa iniziativa sia nell’accordo che abbiamo concluso con diverse università della capitale (tra cui quest’anno anche alcuni atenei pontifici) per cui gli studenti universitari che ne facciano richiesta potranno da volontari svolgere un ruolo di tutor dei ragazzi delle medie e del biennio delle superiori più svantaggiati. Un tutoring che consisterà nella formazione alle strumentazioni informatiche, nel ripasso e ulteriore spiegazione delle lezioni svolte dagli insegnanti a distanza, nel superamento delle lacune e nella preparazione di interrogazioni, verifiche ed esami. L’aspetto più interessante dell’iniziativa è però nel fatto che le università aderenti hanno accettato di riconoscere poi un dato quoziente di crediti agli studenti-tutor».

La stima è che almeno 300 studenti della capitale potranno usufruire nel 2021 di questo servizio di volontariato. Una goccia nel mare del disagio scolastico montante, ma come diceva don Luigi Di Liegro «una città in cui un solo uomo soffre meno è una città migliore».

di Roberto Cetera