Quarzo e Vivarelli sull’avventura dei fratelli Lumière e le loro invenzioni

Nina e la fabbrica dei sogni

Particolare da una tavola di Silvia Mauri
09 marzo 2021

Scienza e tecnica, crimini e fughe d’amore, ma soprattutto la meraviglia che il cinema ha prodotto sui primissimi spettatori. Tutto questo è al centro de La scatola dei sogni (Editoriale Scienza, 2021, pagine 160, euro 9,90), il nuovo romanzo per giovani lettori di Guido Quarzo e Anna Vivarelli.

Siamo nel 1895 quando, grazie ai fratelli Lumière e alla loro straordinaria macchina, inizia a Lione la grande avventura del cinematografo. Marcel, giovane apprendista giardiniere al servizio dei due fotografi, è assolutamente rapito dalla loro invenzione, diventando poco alla volta — grazie alla sua notevole capacità di osservazione — un esperto proiezionista.

Nel corso delle dimostrazioni della loro scoperta, che i Lumière fanno nelle case private della zona, Marcel conosce la ricca Antoinette Monfort, Nina, diciassette anni e un temperamento ribelle («I miei crimini sono disobbedienza, mancanza di rispetto delle regole, lingua lunga, capelli in disordine»). E quando il ragazzo verrà ingiustamente sospettato di furto, Nina — che rifiuta il matrimonio che i genitori vorrebbero per lei — lo segue. Con un po’ di fortuna i due raggiungono Torino dove cominciano una nuova vita, anche se presto dovranno fare i conti con il passato, riemerso proprio a causa di una pellicola girata nella stazione di Lione.

Quarzo e Vivarelli sono bravi a immergere i giovani lettori nelle atmosfere di primo Novecento, nelle abitudini quotidiane, le regole e le imposizioni sociali, i dettagli concreti, le difficoltà di due adolescenti in cerca della loro strada.

Ben costruito, con una narrazione coinvolgente, La scatola dei sogni intreccia le avventure di Marcel e Nina con quelle del vero protagonista del romanzo, il cinema. Tra primi esperimenti, la ripresa del movimento, la creazione delle scene, i tentativi di montaggio, gli sbagli che si rivelano presto geniali, le prime sale di proiezione e soprattutto — come dicevamo — la meraviglia che questa straordinaria invenzione suscitò in chi ebbe la fortuna di incontrarla. Grazie ai Lumière, Marcel, curioso e visionario, impara un mestiere del tutto nuovo, ma, soprattutto, capisce «quanto sia necessario alzare lo sguardo, pensare al futuro non come alla ripetizione di gesti sempre uguali, bensì come a una strada tutta da inventare».

Interessanti anche le illustrazioni, firmate da Silvia Mauri, con disegni in apertura di capitolo e diverse tavole a pagina intera, dove tutto si gioca nei toni del bianco e del blu scuro. Così le illustrazioni riflettono lo stile della Belle Époque e i loro contorni ben definiti riecheggiano le prime riprese cinematografiche immergendo ancor più il lettore nelle atmosfere tra Otto e Novecento.

Non tutti i sogni della scatola si realizzeranno per Marcel e Nina. Ma impegnarsi e inseguirli, è una magia per la quale vale la pena di spendersi. Anche con l’aiuto del cinema.

di Silvia Gusmano