VIA CRUCIS
Sguardi che si in-Crociano negli ambienti di un ospedale

Le sofferenze
del signor Alberto

Marko Ivan Rupnik, Via Crucis Mengore - Slovenia
09 marzo 2021

VII stazione: Gesù cade per la seconda volta


Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo. Non stare lontano da me, perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti. (Sal 22, 8.12)

La mia sofferenza è molto più grande del mio dolore. Le pene del corpo non sono nulla rispetto alle pene dell’anima.

Mia moglie non c’è più e i miei figli sono in lotta tra loro: questa è la mia malattia più grave, la solitudine.

Almeno in ospedale ho qualcuno con cui parlare. Il compagno di stanza si diletta con me a parlare di calcio e mi fa tanto bene.

Poi c’è l’infermiere, Gabriele, che è proprio un bravo ragazzo, sempre con la battuta pronta, soprattutto per tirarmi su il morale.

La mia vita è stata piena di tante esperienze belle, eppure ora vedo solo cadute. Mentre sento di avvicinarmi alla fine, mi sembra che questa esistenza sia volata in un soffio. Ho raggiunto ottanta anni… in pochi giorni.

Perché, Signore, ci perdiamo i doni più belli? Perché ci aggrappiamo a tante illusioni che portano via il cuore? Perché i figli non imparano dalle nostre virtù, ma prendono solo i nostri difetti?

L’infermiere mi ha detto che presto si sposerà e — per farmi sorridere, credo — mi ha detto che mi vuole invitare. Vorrei potere arrivare almeno a quel giorno, fargli almeno un regalo.

Che strano, mi sento familiare di un estraneo e sento estranei i miei familiari. Forse posso rimediare alle cadute dei miei figli. Magari approfitto di questo tempo per scrivere loro parole di pace, di affetto, di amore, come farebbe mia moglie.

Magari, se da questo letto mi rialzo, forse saremo migliori.

O Dio, che hai rivelato il mistero della tua sapienza nella follia della Croce, donaci di riconoscere nella passione la gloria del tuo Figlio, perché la sua Croce sia sempre per noi fonte di speranza e di pace. Per Cristo nostro Signore.

Paolo Ricciardi
vescovo ausiliare di Roma


I versi di Daniele Mencarelli