Alta tensione in Senegal

Manifestanti a Dakar (Afp)
09 marzo 2021

Il Senegal vive una fase di caos dopo l’arresto del leader dell’opposizione Ousmane Sonko, fermato dalla polizia lo scorso mercoledì con l’accusa di stupro. Sonko è il leader del partito Pastef, che fa parte della coalizione Movimento per la difesa della democrazia (M2D) che si oppone al presidente del Paese Macky Sall. Fino ad ora gli scontri hanno causato cinque vittime, l’ultimo nella città meridionale di Diaobe, dove un adolescente è stato ucciso mentre i manifestanti stavano assaltando alcuni edifici pubblici.

I manifestanti hanno risposto all’appello della M2D, che nella giornata di sabato hanno indetto altri tre giorni di protesta a partire da lunedì, secondo l’emittente Africanews. Per far fronte alle proteste il governo di Dakar nei giorni scorsi ha oscurato i principali canali televisivi del Paese, che hanno proseguito le trasmissioni online, e ha ridotto il funzionamento della rete internet. L’Onu e l’Ecowas hanno fatto un appello per la fine degli scontri.

Sonko è uno dei leader che hanno sfidato Sall nelle ultime elezioni presidenziali nel 2019, giungendo terzo. La base elettorale del suo partito è la frangia più povera della popolazione. Da molti analisti la sua candidatura alla presidenza nel 2024 era data come una certezza. Nel corso degli anni, altri oppositori politici sono stati imprigionati in Senegal con l’obiettivo di prevenirne la candidatura alle elezioni presidenziali. È il caso di Karim Wade, figlio dell’ex Presidente Abdoulaye Wade, e dell’ex sindaco di Dakar Khalifa Sall. Entrambi sono stati accusati di corruzione tra il 2017 e il 2019 e nel caso dell’ex sindaco l’accusa ha portato ad una pena detentiva. A causa di questi arresti, uno dei leader della coalizione M2D, Cheikh Tidiane Dieye ha accusato il presidente Sall di deriva autoritaria. La paura nella coalizione è che si possa creare in Senegal una situazione analoga a quella di altri Paesi dell’Africa occidentale.

Il presidente Sall è stato eletto nel 2019 per la seconda volta consecutiva. Il mandato da Presidente in Senegal dura cinque anni e, come in altri Paesi africani, la Costituzione non permetteva più di due mandati consecutivi. Ma Sall ha iniziato ad emendare la Costituzione fin dal 2016, quindi in molti temono che possa mirare a ricandidarsi nel 2024. La modifica costituzionale per permettere la candidatura per un terzo mandato in Africa Occidentale non è una novità: negli scorsi anni anche in Guinea Alpha Condé ha modificato la carta costituzionale per ricandidarsi.

di Cosimo Graziani