Nella mattina di sabato l’incontro con il Grande ayatollah Al-Sistani

Collaborazione e amicizia
per un futuro di pace

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06 marzo 2021

L’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose — affinché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità — è stata sottolineata dal Papa durante la visita di cortesia al Grande ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani, compiuta a Najaf stamane, sabato 6 marzo. Lo ha reso noto una dichiarazione del direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, in cui si sottolinea che l’incontro è durato circa quarantacinque minuti.

Nella circostanza Francesco ha ringraziato il leader della comunità sciita irachena perché, assieme a quest’ultima, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo dell’Iraq.

Nel congedarsi il Pontefice ha rinnovato la propria preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l’amata terra irachena, il Medio oriente e il mondo intero.

Anche l’ufficio del Grande ayatollah ha rilasciato una dichiarazione sull’incontro, nella quale si fa riferimento, tra l’altro, alla storia del Paese e all’interesse che i cittadini cristiani vi possano vivere come tutti gli iracheni nella pace e nel rispetto dei diritti. Il ruolo della fede in Dio e l’impegno per i più alti valori morali davanti alle sfide dell’umanità oggi, sono stati centrali nel colloquio, nel corso del quale Al-Sistani ha toccato argomenti come la povertà, la persecuzione religiosa e la carenza di giustizia sociale, in particolare in contesti di conflitto e di sfollamento di popoli, il dare priorità alla ragione e alla saggezza e rifiutare il linguaggio della guerra.

Tra gli altri commenti del mondo islamico, quello rilanciato in un tweet da Mohammad Ali Abtahi, stretto collaboratore dell’ex presidente iraniano Khatami. L’incontro tra Francesco e Al-Sistani, ha scritto, «può frenare la violenza religiosa o almeno creare un confine tra la pacifica autenticità delle religioni e la violenza religiosa».