In Ghana iniziativa della Società per le missioni africane a tutela dei non udenti

Perché nessuno sia escluso

 Perché nessuno sia escluso  QUO-051
03 marzo 2021

È stata denominata «St. Martin deaf ministry» ed è la nuova iniziativa promossa dalla Società per le missioni africane (Sma) nell’arcidiocesi di Accra, in Ghana, a favore delle persone non udenti. L’evento di presentazione del nuovo ministero apostolico, avviato in occasione delle celebrazioni del 140° anniversario della presenza dei religiosi nel Paese, ha avuto luogo durante la funzione liturgica presieduta dal nunzio apostolico in Ghana, l’arcivescovo Henryk Jagodzińsky, svoltasi nella parrocchia di St. Francis of Assisi, ad Ashaley Botwe, quartiere della capitale.

«Per la Chiesa cattolica di questa nazione si tratta del primo ministero rivolto a soddisfare le necessità delle persone non udenti per quanto riguarda messe e altre attività pastorali come il catechismo — ha affermato padre Paul Saa-Dade Ennin, superiore provinciale della Sma in Ghana — visto che queste non sono ancora del tutto tutelate». È arrivato quindi il momento di intervenire, ha aggiunto il missionario nel presentare l’équipe composta da otto membri, tra i quali il cappellano, padre René Dan Yao, e alcuni non udenti. «Con tale apostolato la Società per le missioni africane desidera rispondere alla chiamata di una Chiesa in uscita proposta da Papa Francesco.

In altre parole — spiega il superiore provinciale — una comunità di fede orientata alla ricerca di chi è ai margini e alla periferia della società e della Chiesa». Trascurare questa categoria di persone è stata una “mancanza”, così l’ha definita il religioso che ha chiesto perdono alla comunità dei non udenti rinnovando l’entusiasmo per questa nuova attività pastorale. «Troppe volte in passato essi sono stati esclusi dalla nostra vita parrocchiale, dalle celebrazioni. Chiediamo quindi perdono a Dio e a loro per questa grave mancanza alla quale oggi vogliamo porre rimedio».

Uno degli artefici dell’iniziativa, padre Dan Yao, ha sottolineato anche l’importanza dell’accesso degli audiolesi ai sacramenti. «C’è bisogno che siano battezzati, preparati alla cresima e che seguano il catechismo oltre a partecipare a corsi matrimoniali. Nessuno deve essere escluso da queste attività, in modo da dare a ognuno la possibilità di ascoltare la Parola di Dio come accade per tutti noi. Centoquaranta anni fa il Ghana ha ricevuto i primi missionari della Sma che hanno svolto qui l’opera di evangelizzazione.

Il lancio del “St. Martin deaf ministry” nel Paese è davvero significativo perché mostra che il lavoro di evangelizzazione è ancora in corso», ha precisato il sacerdote. «Abbiamo scelto san Martino nel denominare il ministero come esempio di chi soddisfa i bisogni degli emarginati», un testimone di carità cristiana che «faceva le cose nel modo più semplice rendendo necessario ciò che fino a poco prima veniva ritenuto superfluo». Come i membri della nuova attività pastorale si propongono di fare, richiamando l’attenzione dei fedeli per «fare rumore e generare consapevolezza — ha osservato padre Dan Yao — aprendo i nostri cuori, aprendo le nostre mani e aprendo i nostri occhi perché è così che si prende cura dei non udenti».

di Rosario Capomasi