All’udienza generale

Il Papa chiede preghiere per la sua visita in Iraq e invoca la fine delle violenze in Myanmar

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03 marzo 2021

È la ferma volontà di «incontrare» un «popolo che ha tanto sofferto» e una «Chiesa martire» a muovere i passi del Papa verso la «terra di Abramo»: lo ha detto egli stesso al termine dell’udienza generale del 3 marzo, a meno di quarantott’ore dalla partenza per Baghdad. «Dopodomani, Dio volendo, mi recherò in Iraq per un pellegrinaggio di tre giorni», ha annunciato, sottolineando che «da tempo» desidera questo incontro, nella convinzione che «insieme con gli altri leader religiosi, faremo un altro passo avanti nella fratellanza tra i credenti». Da qui la richiesta «di accompagnare con la preghiera questo viaggio apostolico». Del resto, ha ricordato, «il popolo iracheno ci aspetta; aspettava san Giovanni Paolo ii , al quale è stato vietato di andare». E quindi ora «non si può deludere un popolo per la seconda volta».

Ma non c’è solo l’Iraq tra le sue preoccupazioni: anche dal Myanmar «giungono ancora tristi notizie di sanguinosi scontri, con perdite di vite umane». Ecco allora da parte del Pontefice un appello «alle autorità coinvolte, perché il dialogo prevalga sulla repressione e l’armonia sulla discordia», e «alla comunità internazionale, perché si adoperi affinché le aspirazioni del popolo non siano soffocate dalla violenza». In particolare il suo pensiero è andato ai giovani e ai «leader politici incarcerati» per i quali ha nuovamente chiesto la liberazione.

In precedenza, proseguendo nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico le catechesi sulla preghiera, Francesco aveva parlato della Trinità.

L'udienza generale