DONNE CHIESA MONDO

Spunti di riflessione

Gesù non temeva le donne

Simonelli2_DCM.jpg
06 marzo 2021

Gesù non aveva paura delle donne! Vari passi dei Vangeli supportano questa affermazione e qui è sufficiente ricordarne tre.

L’incontro con l’emorroissa, donna ritenuta impura, che gli tocca il mantello, infrangendo un tabù religioso e sociale. L’unzione di Betania, in cui una donna gli unge i piedi di profumo, li bacia e li asciuga con i suoi capelli, scandalizzando i presenti. Infine, ma con importanza ancora maggiore, l’apparizione del Risorto a Maria di Magdala, una donna scelta come prima testimone ed annunciatrice della risurrezione.

E poi? Cosa è successo in duemila anni di cristianesimo? Il Vangelo è ancora una buona notizia anche per le donne, oppure esse, nella Chiesa, sono temute e, quindi, per reazione emarginate?

Non si può certo parlare di una storia lineare ed univoca, ma di un susseguirsi di “alti e bassi” che vedono, talvolta, la più grande svalutazione ed emarginazione accostate ad una smisurata idealizzazione di un femminile in cui, però, le donne concrete non possono riconoscersi.

Troviamo streghe e troviamo sante (sempre poche, tuttavia, rispetto ai santi), ma, in ogni caso, emerge molto spesso una grande difficoltà ad istituire un rapporto paritario di reciproco scambio e la subordinazione rivela, in profondità, la paura nei riguardi di quelle con le quali non si sa come relazionarsi.

E oggi? La paura delle donne nella Chiesa non è scomparsa, ma non è un fenomeno isolato, bensì è l’altra faccia di quel clericalismo, tante volte denunciato da papa Francesco.

Essa, quindi, non può essere rimossa da sola, ma la sua eliminazione deve inserirsi in un più ampio ripensamento delle relazioni intraecclesiali e del significato del ministero ordinato, che è servizio e non potere. Le donne tenute a distanza, infatti, non sono realmente conosciute e, quindi, sono circondate da un alone di misteriosità che incute paura. Il rimedio a questa situazione può trovarsi solo nell’intraprendere con decisione quel cammino di sinodalità che possa vedere donne ed uomini camminare insieme verso una meta comune che è quella di una reale comunione di tutti i battezzati, ricolmi della medesima grazia ed aventi l’identica dignità.

di Giorgia Salatiello