Padre Cirillo Bergamaschi e il beato roveretano

Un ricercatore appassionato

 Un ricercatore appassionato  QUO-048
27 febbraio 2021

È stato l’autore del monumentale Grande dizionario antologico del pensiero di Antonio Rosmini, uno dei massimi esperti della figura del beato roveretano (1797-1855), il padre rosminiano Cirillo Bergamaschi. «Un ricercatore appassionato, innamorato di Dio e di Rosmini», ha detto il provinciale dei rosminiani italiani, Mario Adobati, in occasione della scomparsa del religioso avvenuta un mese fa, il 28 gennaio scorso, a Stresa, in Piemonte. E proprio il primo esemplare, la copia numero zero della poderosa opera, nel 1988 fu donata di persona, durante una speciale udienza, a san Giovanni Paolo ii. Un’opera di quattromila pagine, con le voci rosminiane ricavate in modo sistematico dalla lettura diretta delle opere del beato, raccolta in quattro volumi, e delle definizioni e dei principali concetti terminologici, che, frutto di cinquant’anni di intenso lavoro, lo rese noto a studiosi e rosministi di tutto il mondo, ma che diede tra l’altro un notevole contributo alla causa di beatificazione del roveretano avvenuta nel 2007.

Nato a Gurro (Verbania) in Piemonte, nel 1927, ordinato sacerdote nel 1955 a Roma nella basilica di San Giovanni a Porta Latina, padre Bergamaschi si laureò in filosofia a Torino, conseguendo poi la licenza in teologia presso la Pontificia università Lateranense. Settantasette anni di vita religiosa nell’Istituto della carità — inclusi gli anni di noviziato — durante il quale scrutò e meditò con perizia ogni parola vergata da Rosmini nel descrivere il “sistema della verità” nel suo progetto di un’enciclopedia cristiana. Dal 1966 al 2015, fu bibliotecario, fin dalla fondazione, del Centro internazionale di studi rosminiani di Stresa dove negli anni raccolse più di centoventimila volumi. Si rivelò proficua la collaborazione, negli anni Sessanta, con il filosofo Michele Federico Sciacca (1908-1975) all’Università di Genova e al Cnr della Liguria, che permise al religioso rosminiano di avviare la realizzazione dei numerosi volumi dedicati alla bibliografia degli scritti di e sul roveretano. Nel suo petto, l’ardore di passione per l’incremento della gloria di Dio, della Chiesa e di Antonio Rosmini non si attenuò mai. Degno di ammirazione, religioso retto, semplice e povero, lontano dal ricercare le gratificazioni umane, nel 1981 fu la volta dell’emissione del quarto voto (speciale obbedienza al Santo Padre) previsto dalle Costituzioni dell’Istituto per i presbiteri. Meritano inoltre di essere menzionate altre due opere di Bergamaschi, per l’importante apporto che hanno dato allo studio del pensiero di Rosmini. In ordine di tempo sono: L’essere morale nel pensiero filosofico di Antonio Rosmini (La Quercia Edizioni, Genova, 1982), scritto sistematico tuttora insuperato, concernente la primalità della “forma morale” dell’essere in tutto il pensiero del beato; e La perfezione della vita cristiana (Edizioni Rosminiane Sodalitas, Stresa, 2010), opera parenetica per l’uomo che cerca «le cose di lassù» (Colossesi, 3, 1).

di Roberto Cutaia