Intervento del segretario per i Rapporti con gli Stati all’incontro di alto livello della conferenza di Ginevra

Il disarmo
è un imperativo etico

Papa Francesco nell’Atomic Bomb Hypocenter Park di Nagasaki (24 novembre 2019)
25 febbraio 2021

Pubblichiamo una traduzione italiana dell’intervento dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ai lavori del segmento di alto livello della Sessione 2021 della Conferenza sul disarmo di Ginevra. Il videomessagio è stato trasmesso mercoledì 24 febbraio.

Signor Presidente,
Signora Direttore Generale
e Segretario Generale della Conferenza,
Eccellenze e distinti Delegati,
consentitemi, per cominciare, di esprimere a tutti voi i più cordiali saluti di Sua Santità Papa Francesco, come anche la sua speranza che questa Conferenza possa superare velocemente gli impasse attraverso un sentimento rinnovato di urgenza e corresponsabilità.

Dinanzi alle numerose sfide relative alla sicurezza che la comunità internazionale deve affrontare oggi, l’inerzia in questa Conferenza negli ultimi due decenni ha costretto sempre più la comunità globale a cercare in altri forum soluzioni che dovrebbero essere offerte qui. Al fine di riaffermare la sua pertinenza e importanza, questa Conferenza deve riconoscere che certe questioni dovrebbero trascendere gli stretti interessi individuali in virtù del loro contributo al bene comune.

Signor Presidente,

Il desiderio di pace, sicurezza e stabilità è uno degli aneliti più profondi del cuore umano. Tuttavia, il presente clima di sfiducia reciproca e l’erosione del multilateralismo ostacola gli sforzi tesi a realizzare queste nobili aspirazioni. La questione è ancora più seria nel campo del disarmo. Mentre l’importanza del disarmo appare particolarmente evidente in relazione alle armi nucleari, chimiche e biologiche, è però altrettanto grande per l’accresciuta competizione militare nello spazio, come anche nei campi del cyberspazio e dell’intelligenza artificiale (come i sistemi letali di armi autonome). Qui, come altrove, gli Stati hanno responsabilità comuni, che danno vita a limiti concreti che devono essere rispettati nell’interesse della nostra comune umanità.

La Santa Sede nutre preoccupazione anche per il traffico illecito delle armi leggere e di piccolo calibro, così come per le armi esplosive, specialmente nelle aree popolate, che sono diventate sempre meno “convenzionali” e sempre più “armi di distruzione di massa” e “armi che generano sfollamento”, provocando la devastazione di città, scuole, ospedali, luoghi di culto e infrastrutture essenziali per la popolazione civile, e incidendo sulle sue prospettive di sviluppo umano integrale.

Disarmo, sviluppo e pace sono tre questioni interdipendenti. Le immense spese militari, ben superiori a ciò che è necessario per assicurare una legittima difesa, fomentano il circolo vizioso di una corsa alle armi che appare infinita, che impedisce l’uso di potenziali risorse per far fronte alla povertà, alla disuguaglianza, all’ingiustizia, all’educazione e alla salute. Legare la sicurezza nazionale all’accumulazione di armi è una falsa “logica” e continua a essere uno scandalo, in quanto favorisce la continua «impressionante sproporzione fra le risorse, di denaro e di intelligenza, impegnate al servizio della morte e quelle consacrate al servizio della vita» (Messaggio di Papa Paolo vi alla Prima Sessione Speciale sul Disarmo dell’Assemblea generale dell’Onu, 6 giugno 1968).

Al tempo stesso, «non mancano comunque segni incoraggianti, quale l’entrata in vigore […] del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, come pure l’estensione per un ulteriore quinquennio del Nuovo Trattato sulla riduzione delle armi strategiche (il cosiddetto New Start) fra la Federazione Russa e gli Stati Uniti d’America» (Discorso di Papa Francesco ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 8 febbraio 2021). Come ha affermato Papa Francesco in occasione della sua visita a Nagasaki: «La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale; sono possibili solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana di oggi e di domani» (Discorso del Santo Padre sulle armi nucleari, Atomic Bomb Hypocenter Park [Nagasaki], 24 novembre 2019)

La Santa Sede desidera ribadire che un mondo libero da armi nucleari è sia possibile sia necessario. Tale convinzione, rafforzata dall’entrata in vigore del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, è incarnata anche nello spirito del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, in particolare nell’articolo vi , che è un obbligo giuridico vincolante per tutti gli Stati Parte (cfr. Trattato di non proliferazione nucleare, art. vi : «Ciascuna Parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale»).

La Santa Sede auspica che la prossima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, «si traduca in azioni concrete conformi alla nostra intenzione congiunta “di porre termine, il più presto possibile, alla corsa agli armamenti nucleari e di prendere misure efficaci sulla via del disarmo nucleare”» (Videomessaggio del Santo Padre in occasione della 75.ma Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, 25 settembre 2020). In fondo, sia il Trattato per la proibizione delle armi nucleari sia il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari sono ispirati e guidati dagli stessi imperativi morali e dagli stessi obiettivi. Si rafforzano e si completano a vicenda, dimostrando quanto sia davvero fervente il desiderio di pace, sicurezza e stabilità.

Signor Presidente,

La Santa Sede non intende in alcun modo ignorare la complessità del disarmo e del controllo delle armi. Affrontando il contesto sfaccettato e difficile nel quale stiamo vivendo, la Santa Sede continua a rimanere salda nella sua determinazione a contribuire all’impegno globale per costruire un mondo più sicuro e promuovere una cultura di pace. È per questa ragione che desidera umilmente presentare agli Stati Membri di questa Conferenza le due seguenti proposte:

1) La Santa Sede desidera incoraggiare la Conferenza sul disarmo a dedicarsi a uno studio di esperti sulla questione della verifica, che potrebbe fornire informazioni per possibili futuri negoziati sul disarmo e sul controllo delle armi. Ciò riveste una particolare importanza per quanto riguarda il disarmo nucleare — ma potrebbe essere applicato anche ad altri tipi di armi. A tale proposito vale la pena approfittare delle opportunità che offrono le nuove tecnologie per potenziare le verifiche affidabili. Il lavoro di verifica, oltre a essere una misura incredibilmente preziosa per costruire la fiducia, è un componente essenziale per assicurare l’efficacia dei trattati sotto il ben noto motto “fidati, ma verifica”.

2) La Santa Sede ritiene che la ripresa di un dibattito formale sulle limitazioni degli armamenti e sul disarmo generale e completo, sotto sistemi efficaci di controllo e di verifica, potrebbe essere molto utile al lavoro di questa Conferenza. Già nel 1966 Papa Paolo vi affermò che: «ogni giorno che passa mostra più chiaramente che non ci potrà essere nessuna pace stabile […] fino a quando non ci sarà una riduzione degli armamenti effettiva, generale e controllata. Ogni giorno che passa mostra anche in maniera più dolorosa e drammatica il contrasto tra le enormi somme investite nella produzione di munizioni e il bisogno materiale sempre crescente di più della metà dell’umanità» (cfr. Lettera di Sua Santità Paolo vi a S. E. il Signor Thant, Segretario Generale delle Nazioni Unite in occasione della ripresa, a Ginevra, dei lavori del Comitato dei Diciotto per il disarmo, 24 gennaio 1966), uno dei predecessori più immediati dell’attuale Conferenza sul disarmo). Ciò è ancor più vero se «si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del xxi secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà» (Papa Francesco, Messaggio alla Conferenza dell’Onu finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, che conduca alla loro totale eliminazione, 23 marzo 2017). Queste minacce ci invitano a rispondere con una cooperazione più coesa e responsabile. La pandemia di covid-19 ci sta mostrando in modo drammatico la necessità di procedere in questa direzione. Come Papa Francesco ha spesso osservato: riusciremo a superare la crisi attuale solo se lavoreremo insieme, come famiglia umana unita. Di fatto, nessuno sarà al sicuro fino a quando non lo saranno tutti.

Signor Presidente,

Dinanzi alle grandi sfide che la comunità internazionale sta affrontando oggi, il disarmo non può più essere considerato un obiettivo facoltativo. È un imperativo etico. La concreta realizzazione che siamo fratelli e sorelle, membri di un’unica famiglia umana, sta diventando sempre più evidente. La Santa Sede incoraggia questa Conferenza ad adottare una convinzione di urgenza e un impegno rinnovati per realizzare accordi concreti e duraturi che portino alla pace e alla fraternità. Alcune questioni dovrebbero essere al di sopra del consenso, trascendendo gli interessi e i fini individuali. Domani potrebbe essere troppo tardi.

Grazie, Signor Presidente.