Lettera del Pontefice

Ricordando l’eroismo
di medici e infermieri
morti nella pandemia

Doctor Francesco Tursi (L) along with colleague treat a patient suffering with the coronavirus ...
20 febbraio 2021

Papa Francesco ha rivolto «un pensiero speciale» ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari «deceduti a causa della pandemia, ricordando lo svolgimento generoso, e a tratti eroico, della loro professione vissuta come una missione». È quanto ha scritto nel lettera che l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, ha letto a conclusione della cerimonia per la prima Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato, promossa il 20 febbraio dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri nella sua sede a Roma.

«L’esempio di tanti nostri fratelli e sorelle, che hanno messo a repentaglio la propria vita fino a perderla, suscita in tutti noi viva gratitudine ed è motivo di riflessione di fronte a tanta oblatività» ha scritto il Papa. «L’intera società — ha aggiunto — è stimolata a testimoniare sempre più l’amore al prossimo e la cura degli altri, specialmente i più deboli». E proprio «la dedizione di quanti, anche in questi giorni, sono impegnati negli ospedali e nelle strutture sanitarie è un “vaccino” contro l’individualismo e l’egocentrismo, e dimostra il desiderio più autentico che abita il cuore dell’uomo: farsi accanto a coloro che hanno più bisogno e spendersi per loro». Francesco ha concluso assicurando unione spirituale con «quanti sono riuniti al significativo evento commemorativo» e inviando il suo «benedicente saluto».

La cerimonia è stata aperta dalla lettura del messaggio del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.

La Giornata «costituisce — ha affermato — una importante occasione per rinnovare la più profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità e abnegazione si sono trovati, e tuttora si trovano, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza pandemica».

Il sistema sanitario, «pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività», ha concluso Mattarella.