Sussidio della Cei per la Quaresima e la Pasqua

Luce che squarcia le tenebre

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19 febbraio 2021

«Alla Pasqua si arriva attraverso la croce ma proprio la croce diventa la vera via alla vita, non solo perché ci narra di un Dio che fa con noi un’alleanza d’amore, ma perché proprio tramite la croce Dio è entrato nella morte per svegliarci da essa. Le tenebre vengono meno, non riescono a trattenere la potenza della luce. E anche quando ci si trova immersi nel peccato, tutto il mistero della Pasqua ci fa percepire una forza che dissipa la nostra notte, la riveste di speranza e la inonda di una luce che lava ogni colpa». Nella presentazione del Sussidio liturgico-pastorale per la Quaresima e la Pasqua preparato dalla Conferenza episcopale italiana, il segretario generale, monsignor Stefano Russo, invita a soffermarsi sull’evento fondante della fede cristiana, «dove affondano le radici della speranza», ovvero il mistero di misericordia e di luce rappresentato dal Crocifisso risorto che «ci prende per mano, ci strappa al peccato e alla morte e ci riconsegna alla vita». Se infatti «l’esperienza del buio, dell’oscurità, del peccato e della morte tendono ad avvolgere la nostra vita», la Quaresima è il «tempo favorevole» per prendere coscienza di tale mistero e soprattutto «per lasciarci afferrare da Cristo».

Incertezza, stanchezza, paura: questi i sentimenti che caratterizzano il tempo presente, dominato dalla pandemia. Ma «se la situazione sanitaria sembra non darci tregua — osserva Russo — l’impegno di tanti fratelli e sorelle e la loro testimonianza di carità aprono il cuore alla speranza. Le parole e i gesti profumati di amore ci ricordano che la morte non è l’ultima parola, che la speranza non può morire; essi annunciano che la vita vince la morte. È la forza e la bellezza dell’annuncio pasquale». Il segretario generale della Cei cita più volte Papa Francesco e ricorda un passaggio del suo messaggio per la Quaresima: «Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata. È speranza nella riconciliazione». Ecco allora che questo tempo dell’anno liturgico va accolto lasciandosi illuminare dalla luce della Pasqua alla quale l’itinerario penitenziale della Quaresima conduce. «Il cuore di ciascuno, da subito», rammenta monsignor Russo, «fa proprie le parole che la liturgia pone sulla bocca di tutti nel canto della sequenza pasquale immaginandole già sulle labbra di Maria di Magdala: “Cristo, mia speranza, è risorto!”. È il grido di gioia che squarcia l’oscurità della notte e annuncia l’alba di un nuovo giorno: “Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio”» (Giovanni, 20, 1).

Il sussidio, intitolato Cristo, mia speranza, è risorto, si articola in tre parti. La prima offre due riflessioni sul cammino quaresimale attraverso le prime letture della Liturgia della Parola e le collette delle domeniche, una presentazione delle Orationes super populum per il tempo di Quaresima (una delle novità della terza edizione del Messale Romano) e un approfondimento sul canto della sequenza pasquale. La seconda sezione propone alcuni schemi di celebrazioni domestiche per la preghiera della famiglia in casa nelle domeniche di Quaresima; le schede per queste celebrazioni nel tempo di Pasqua saranno pubblicate successivamente nel sito dell’Ufficio liturgico nazionale. La terza parte contiene un rito comunitario nel tempo di Quaresima («Cristo mia speranza»), uno schema di Via Crucis per la comunità («Non piangete per me») e una celebrazione vigiliare della luce nel tempo di Pasqua («O Dio, che crei e rinnovi tutte le cose»). Si tratta — viene sottolineato — di proposte da utilizzare nella massima libertà, adattandole alle situazioni e alle opportunità pastorali di ciascuna famiglia o comunità.

di Giovanni Zavatta