A colloquio con Sergio Campailla sull’opera di Carlo Michelstaedter

Quel geniale ragazzo
di Gorizia

Carlo Michelstaedter in uno dei ritratti custoditi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
18 febbraio 2021

«Per quarant’anni ho inseguito questo giovane, che per parte sua non aveva pubblicato niente», ci dice Sergio Campailla, già ordinario di Letteratura italiana a Roma Tre, scrittore, con all’attivo una decina di romanzi di successo, affreschi di ampie dimensione in diverse epoche storiche, incentrati sempre su personaggi contro codice.

Il giovane inseguito è Carlo Michelstaedter, geniale ragazzo di Gorizia morto suicida nel 1910, a soli 23 anni di cui Campailla ha curato la pubblicazione delle opere, tutte postume, in questi decenni. Stimato dalla famiglia Michelstaedter, giovanissimo studioso, Campailla ha potuto raccogliere i fogli ancora macchiati di sangue della tesi di laurea non discussa, diventata un classico del pensiero filosofico e letterario, La Persuasione e la Rettorica. Seguono negli anni le curatele, tra gli altri, dell’Epistolario, de Il dialogo della salute, del volume miscellaneo di prose, apologhi recensioni, La melodia del giovane divino, tutto per Adelphi. Recente la nuova biografia di Carlo, Un’eterna giovinezza. Vita e mito di Carlo Michelstaedter (Padova, Marsilio, 2019, pagine 304, euro 20). Da qualche giorno in libreria una edizione ampliata con le liriche dal 1900 al 1905 delle Poesie per Adelphi (Milano, 2021, pagine 137, euro 12). Sotto il segno del fiammeggiamento e del dono luminoso, misteriosi e affascinanti simboli della Persuasione, di un’altra vita, di un altro mare, quello dell’autenticità ad ogni costo. Come nell’ultima strofa della lirica alla sorella Paula a cui confida di non poter rimanere nell’arido suolo terrestre «sostare non posso nel deserto. / Lasciami andare, Paula, nella notte, / a crearmi la luce da me stesso, / lasciami andare oltre il deserto, al mare, / perch’io ti porti il dono luminoso /... molto più che non credi mi sei cara».

Le tue recenti pubblicazioni su Michelstaedter indicano l’affiorare dei caratteri di giovinezza permanente, dalla biografia alla riscoperta delle poesie giovanili. Che significato ha questo mito?

Ha scritto Thomas Mann che «l’uomo è impegnato con l’assoluto, la sua essenza è tesa verso l’assoluto». Pochi come Michelstaedter hanno sentito questa tensione verso l’assoluto, per intransigenza e autenticità. Nella Persuasione e la rettorica, dichiara di conoscere l’assoluto come chi soffre d’insonnia conosce il sonno, come chi guarda l’oscurità conosce la luce. Una mancanza e un bisogno, a livello altissimo. È una richiesta della giovinezza, la bellezza della giovinezza, che poi gli anni si incaricano di smorzare e talora di rinnegare. L’insonne Michelstaedter ha voluto invece con tutto se stesso rimanere fedele al suo impegno. In greco afferma che bisogna fermarsi, non scorrere via nella inautenticità del peso che pende all’infinito. La differenza c’è e si percepisce con evidenza, come tra una moneta d’oro e una di metallo vile o una patacca. Nella splendida dedica del Dialogo della salute si rivolge al suo cugino e discepolo Emilio e a quanti giovani ancora non abbiano messo il loro Dio nella loro carriera. Un richiamo irresistibile per le generazioni successive, consumate dalla crisi dei valori. Per questo è rimasto idealmente giovane, icona luminosa della condizione giovanile.

Cosa aggiunge di nuovo questa edizione delle Poesie nel profilo delle opere complessive di Michelstaedter?

L’attenzione alla poesia di Michelstadter ha subito forti condizionamenti, anche per ragioni editoriali. Non bisogna dimenticare infatti che proprio le liriche uscirono postume nel primo volume delle edizioni Formiggini, insieme al Dialogo della salute, a cura di Vladimiro Arangio-Ruiz. Ma quali liriche? Quelle dell’ultimo anno, mancavano tuttavia proprio le più importanti, I figli del mare e il canzoniere A Senia; le quali furono pubblicate separatamente in riviste difficili da reperire, molto tempo dopo. Per giunta i testi si presentavano filologicamente scorretti, pesantemente normalizzati. Questo vale anche per l’edizione Sansoni del 1958, curata da Chiavacci. Gravava inoltre un pregiudizio di fondo: si faticava a riconoscere il filosofo della Persuasione, figuriamoci il poeta. Dell’artista grafico e del pittore addirittura non si sapeva nulla. La mia edizione Adelphi nel 1987 restituisce questa dimensione, insieme autonoma e complementare, questa consapevolezza storica e critica. La nuova edizione offre adesso significativi inediti sull’attività in versi dell’autore, sul suo sostrato ideologico e sulla sua formazione linguistica e artistica, non più da partire dal 1905, come si credeva prima, ma addirittura dal 1900/1901. Questo significa arretrare di un altro quinquennio nell’orizzonte e nell’economia di una vita già così contratta. Significa che Michelstaedter dalle sorgenti si esprime in versi, la poesia fa parte della sua creatività e del suo linguaggio, come le caricature e i disegni.

Un’opera sostanzialmente postuma che grazie a te ha visto la luce negli anni. Cosa ha da dire al lettore di oggi e quali legami senti con la tua scrittura creativa

L’interesse per Michelstaedter, a più di un secolo dalla morte, è crescente, in Italia e all’estero. Ci sono molteplici e complesse ragioni alla base di questa straordinaria risalita. Ragioni, da analizzare una a una, che compongono un caso estremo. Nella fiamma di Michelstaedter c’è fuoco e luce. Il caso Michelstaedter è nato nel 1974 con la mia biografia A ferri corti con la vita, pubblicata dal Comune di Gorizia. Fu un evento, che cambiò la prospettiva e le premesse dell’interpretazione e dell’ascolto. Ma di recente ho pubblicato Un’eterna giovinezza da Marsilio. Per quarant’anni insomma ho inseguito questo giovane, che per parte sua non aveva pubblicato niente e che non aveva nemmeno discusso la sua tesi di laurea. Al di là della ricerca storica e della ricostruzione culturale, sin dall’inizio ho cercato di raccontare da scrittore questa vicenda, con le sue emozioni, le sue brucianti verità inattuali, che appartengono alla nostra attualità.

di Fabio Pierangeli