Il Senato dà a Draghi un’ampia fiducia

La tutela dell’ambiente entrerà nella Costituzione

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18 febbraio 2021

Il Senato nella notte ha approvato a larghissima maggioranza — 262 sì, 42 no, due astenuti — la fiducia al governo di Mario Draghi. Si sono opposti 15 senatori del M5s — in dissenso con il loro gruppo che conta 92 esponenti — e i 19 rappresentanti di Fratelli d’Italia. Draghi, che oggi chiederà senza incognite anche la fiducia della Camera, ha dunque i numeri per una tranquilla collaborazione. Ed il presidente lo ha voluto ripetere: rispetto per il Parlamento e dialogo con le Camere sono premesse del lavoro da fare, insieme, nei prossimi mesi su pandemia, crisi sociale ed economica e, ha specificato, revisione della Costituzione.

Il presidente del Consiglio, infatti, ha puntualizzato in sede di replica, una serie di punti cruciali. Il primo dell’agenda è l’inserimento della protezione dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile nella Carta fondamentale, in nome della giustizia generazionale. Nel frattempo, ha detto, il governo intende sfruttare fino in fondo le prescrizione della legge del 2015 sul capitale naturale che consente di valutare «anche ex post» benefici ed eventuali danni ambientali delle politiche di governo.

Il presidente ha proseguito per punti. Draghi aveva già parlato di protezione di tutti i lavoratori, ma non di tutte le imprese (alcune, purtroppo, rischiano di essere condannate in un mondo profondamente modificato dal covid). Ha specificato che quelle del turismo non sono certo da includere fra le attività senza futuro in Italia. Il settore sarà quindi sostenuto: «I soldi che spenderemo torneranno indietro». Ed il capitale del turismo, ha specificato, è prevalentemente «umano».

Interpellato poi sull’immigrazione, ha specificato che l’Italia chiederà all’Europa «la ripartizione pro-quota» dei migranti, al centro di crisi drammatiche fra il Mediterraneo e i Balcani.

Per il mondo della cultura, paralizzato dall’epidemia, ha ripetuto la formula «proteggere tutti i lavoratori», insieme ad un piano di investimenti su tecnologie e strutture che consentano la ripartenza. Un ampio passaggio Draghi lo ha riservato a legalità e crescita: senza la prima, ha ammonito, non c’è la seconda. Una task force di prefetti e corpi intermedi — ha spiegato — è già al lavoro da aprile al Viminale sotto la guida del riconfermato ministro Lamorgese per bloccare ogni «tentativo di infiltrazione» dell’economia criminale» in appalti e ristori, soprattutto nel delicatissimo ventre esposto del turismo. Una visione d’insieme strategicamente legata alla campagna vaccinale per la quale ogni spazio pubblico adeguato verrà messo a disposizione.

Intanto il M5s non è riuscito a far rientrare il dissenso di 15 senatori del gruppo e ne ha annunciato l’espulsione. Di contro si è formato al Senato un intergruppo fra M5s , Partito democratico e Leu per conservare continuità nell’azione comune.