Un inedito di Marcel Proust

I settantacinque fogli

 I settantacinque fogli  QUO-039
17 febbraio 2021

È evidentemente destino che nella storia di Proust si sviluppi senza posa la sfaccettata dimensione dello smarrimento, della ricerca e del ritrovamento. Stentoreo è stato l’annuncio pubblicato da «Le Figaro»: il prossimo 18 marzo sarà pubblicato il manoscritto (si temeva fosse andato definitivamente smarrito) che offre una potente ed esaustiva sintesi de Alla ricerca del tempo perduto. Il prezioso documento, che s’intitola I settantacinque fogli, è curato da Gallimard, storico editore dello scrittore. L’evento cade tra l’altro con perfetta tempestività in quanto il prossimo 10 luglio ricorreranno i 150 anni dalla nascita di Proust: il mosaico delle celebrazioni si arricchisce dunque di questo prezioso tassello.

Il manoscritto mostra la genesi di personaggi, luoghi e vicende del capolavoro, che fu pubblicato tra il 1913 e il 1917. L’inedito, spiega Gallimard, permette di decifrare i meccanismi di costruzione della “cattedrale letteraria” proustiana. I settantacinque fogli furono scritti tra la fine del 1907 e il 1908 e vengono raccolti in un volume che contiene altri manoscritti inediti datati dal 1895 al 1912. L’edizione critica del libro è annotata da Nathalie Mauriac-Dyer, pronipote di Robert Proust, fratello del romanziere; Jean-Yves Tadié, biografo di Proust, firma la prefazione.

I settantacinque fogli vennero scritti in gran parte nel 1908, anno in cui Proust maturò l’idea del suo grande ciclo romanzesco che aveva sommariamente abbozzato l’anno precedente. «Essi — sottolinea l’editore Gallimard — non solo consegnano la versione più vecchia di Alla ricerca del tempo perduto, ma fanno anche di più, perché le chiavi di lettura che lo scrittore ha disseminato in questi fogli danno accesso alla primitiva cripta proustiana». Nel manoscritto sono svelate alcune figure e scene destinate a caratterizzare il futuro capolavoro: la nonna in giardino, il bacio serale, le passeggiate a Méséglise e a Guermantens, Venezia e la camera da letto di Balbec.

Il primo capitolo di queste pagine inedite, intitolato Una serata in campagna, ruota attorno alla nonna di un giovane narratore. Le prime frasi mostrano la peculiare cifra stilistica di Proust, ispirata all’attenzione per il dettaglio e, al contempo, espressione di una prosa venata di poesia. «Avevano portato la preziosa poltroncina di vimini sotto la veranda — scrive il romanziere — perché stava cominciando a cadere qualche goccia di pioggia e i miei genitori, dopo aver lottato un secondo sulle sedie di ferro, erano tornati a sedersi al riparo. Ma mia nonna, i capelli brizzolati mossi dal vento, ha continuato la sua camminata veloce e solitaria per i viali perché ha scoperto che si vive in campagna per stare all’aria ed è un peccato non divertirsi».

di Gabriele Nicolò