Partita l’annuale campagna di Manos Unidas contro la fame

Contagiarsi di solidarietà

 Contagiarsi di solidarietà  QUO-037
15 febbraio 2021

«Stiamo affrontando una crisi sanitaria senza precedenti nell’ultimo secolo che, purtroppo, relega nell’oblio altre crisi ed emergenze che uccidono e causano più danni del virus e di cui nessuno sembra mai ricordarsi: la fame e la povertà. Crisi derivate dalla pandemia più dolorosa e più vergognosa: la disuguaglianza». Non ha usato mezzi termini giorni fa Clara Pardo Gil, presidente di Manos Unidas, durante la presentazione della 62ª campagna annuale, intitolata «Contagia solidaridad para acabar con el hambre. Juntos lo conseguiremos», partita il 14 febbraio. L’organizzazione della Chiesa cattolica spagnola, che dal 1959 aiuta i Paesi in via di sviluppo, denuncia che il coronavirus sta facendo dimenticare altre crisi che minacciano la vita di centinaia di milioni di individui e contro le quali non esiste un vaccino: fame, povertà, disuguaglianza, indifferenza. «Non possiamo continuare a tollerare la fame che colpisce più di 690 milioni di persone, una cifra che si stima aumenterà a oltre 800 milioni. La fame non è contagiosa, ma uccide, anche e molto più del covid-19, dell’aids e di altre malattie. Contro la fame non c’è un vaccino ma un’indifferenza egoista priva della benché minima solidarietà. Su milioni di individui, sui più poveri, su 1,3 miliardi di persone colpite da povertà multidimensionale (rifugiati, migranti, lavoratori precari, minoranze etniche e tribali, bambini vulnerabili, anziani, donne) la pandemia di coronavirus sta avendo un impatto brutale, che sarà molto difficile recuperare in poco tempo. Si parla — sottolinea Pardo — di decenni di regressione nei piani di sviluppo».

Dei centosessanta progetti approvati nel 2020, centotrentatré sono stati destinati alle emergenze provocate dalla pandemia di covid-19 in Africa, Asia e America Latina. Inoltre, progetti già in corso hanno avuto bisogno di sostegno per mitigare i danni della crisi sanitaria. In totale, Manos Unidas ha destinato quasi 4,6 milioni di euro per far fronte alle conseguenze della pandemia. Ma per aiutare ulteriormente chi ha bisogno servirebbe una solidarietà che vada oltre l’atto sporadico di generosità, che contribuisca — afferma la presidente dell’ong citando Fratelli tutti di Papa Francesco — a «lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi» (116). Solidarietà che manca anche in tema di vaccini. Clara Pardo domanda: «Chi si ricorda di Haiti, impantanata nel caos politico e sociale, della Repubblica Democratica del Congo, della Repubblica Centrafricana, dell’Etiopia, dove a novembre è scoppiata una guerra civile» che ha prodotto migliaia di profughi? «Chi si chiede come verrà conservato il vaccino nei luoghi in cui non c’è elettricità? Come si affronta la vaccinazione nei paesi in cui non è gratuita? Chi aiuterà le persone senza risorse costrette a percorrere centinaia di chilometri per andare a farsi vaccinare?». La risposta è scontata: «Molti milioni di persone non si vaccineranno. E quando gli abitanti dei Paesi ricchi saranno immunizzati, ci dimenticheremo dei più poveri, come ci dimentichiamo dei milioni di persone che soffrono la fame e la povertà. E chiuderemo loro ermeticamente i confini, senza pensare a cosa spinge queste persone a lasciare una vita intera dietro di sé. Forse, se ci fermassimo a pensare, molte cose potrebbero cambiare. Queste situazioni non esisterebbero se nel mondo non imperasse la disuguaglianza, se davvero ci tenessimo al bene comune e agissimo di conseguenza, con solidarietà. Siamo lontani da questo, ma possiamo raggiungerlo», conclude la presidente.

La campagna di Manos Unidas «Contagia solidarietà per porre fine alla fame. Insieme ci riusciremo» va in questa direzione, per diffondere soprattutto la speranza, motore di tutti i progetti umanitari.

di Giovanni Zavatta