Il sesto centenario dell’istituzione dei Commissari di Terra Santa
Una missione da sostenere
«Dopo tutti questi secoli la missione dei Commissari è sempre attuale: sostenere, promuovere, valorizzare la missione della Custodia di Terra Santa, rendendo possibile una rete di rapporti ecclesiali, spirituali e caritativi che hanno come punto focale la terra dove Gesù ha vissuto».
«In queste tre righe autografe che Papa Francesco ci ha inviato in occasione dei 600 anni dell’istituzione dei Commissariati di Terra Santa c’è già tutto», ci dice padre Francesco Patton, custode di Terra Santa. Anniversario che cade domani, esattamente sei secoli dopo quel 14 febbraio 1421 in cui Papa Martino
Ma torniamo ai commissari di Terra Santa «Sì, i commissariati in giro per il mondo, come dicevo, sono per noi vitali, e non solo perché sono i soggetti che organizzano e raccolgono la Colletta del Venerdì santo (che è la nostra principale fonte di sostegno) ma per l’attività di informazione sulla storia dei santi siti, sul loro significato spirituale e sulle attività e necessità della Custodia e dei cristiani di Terra Santa, e infine per la preparazione e l’organizzazione dei pellegrinaggi. Vede, quando un gruppo di pellegrini viene accompagnato e guidato in questa terra da uno dei nostri frati, il viaggio diviene un’esperienza intensa di vita spirituale che fa vivere nell’intimo quello che noi chiamiamo “il quinto Vangelo”: cambia il profondo dell’animo umano e permane nel tempo. Non un viaggio ma un’esperienza dello spirito».
Papa Francesco parla di attualità permanente di questa missione. «Sì, certo. E non solo perché questa terra, oltre a essere il luogo fondante della nostra fede, si configura spesso come un crocevia del destino della pace nel mondo. Ma soprattutto perché noi qui abbiamo un mandato che è dalla Chiesa universale: la Custodia di Terra Santa non è un’emanazione dell’ordine Francescano, ma un affidamento che i Pontefici nella storia ci hanno dato e confermato. Guardi che questo non è un aspetto solo formale, ma ha delle conseguenze importanti proprio sull’attività dei commissari. Io sto infatti chiedendo a tutti i miei confratelli commissari di rinforzare i legami con le rispettive diocesi e conferenze episcopali, che nel tempo si sono un po’ allentati. Nella mia visione i frati dovrebbero porre la loro attività, non come un’attività specialistica deputata all’ordine, ma come un servizio da svolgere in umiltà e competenza al servizio dei vescovi locali e del popolo di Dio. L’attenzione che — non solo in questa occasione — sempre ci riserva Papa Francesco non solo ci gratifica ma è una carica di energia vitale in questo momento così difficile, ma pur pieno di grazia».
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